Astral Magic è un’entità finnica costituita da un solo membro, Santtu Laakso, già al basso e synth con i Dark Suns, e dedita a uno space psych rock che spesso flirta con le soluzioni cosmiche tipiche del krautrock.

A giudicare dalla ricchissima discografia, avrei giurato che avesse alle spalle parecchi anni di storia, ma in realtà sono nati nel 2020, in pieno periodo covid, per cui la loro prolificità è solo il frutto di una capacità “(ri)produttiva” che nemmeno un coniglio che ha ingurgitato un’intera confezione di Viagra allo zabaione riuscirebbe a garantire.

Qualcuno si chiederà il motivo per cui con tutta questa produzione ho scelto di recensire un ep.

Paul Roland

Le ragioni sono tre: innanzitutto è appena uscito, in secondo luogo permette di far conoscere la band e, soprattutto, perché è stato composto insieme al “menestrello” inglese Paul Roland, capace di destreggiarsi alla grande con folk, psichedelia, occulto e glam (ricordo che ha scritto due libri su Marc Bolan).

“Mind melt machine” ha l’onore e l’onere di aprire l’ep e lo fa fondendo alla perfezione le loro anime comuni, partendo dalla liquidità psichedelica per poi svilupparsi come a voler trasportare le prerogative bucoliche di Roland verso le immensità dello spazio.

La strumentale “Beyond the spectral gate” tiene fede al suo titolo, portandoci verso altre dimensioni ultraterrene, ma, nonostante ciò, è ancora evidente il connubio tra i due artisti, con le melodie ancestrali tipiche dell’Inglese che vengono cosmicizzate dalla ricchezza dei suoni dei synth di Laakso e delle chitarre dell’ospite Jonathan Segel, per un brano da ascoltare religiosamente in cuffia.

“The illustrated man” poggia su una base space rock cui si mescola l’essenza rolandiana più arcana con la sua voce che si esprime attraverso tonalità misteriose e darkeggianti.

Con “Samsara” ci troviamo di fronte a un altro brano strumentale, con le sonorità dilatate e profonde dei synth adatte a descrivere altre galassie, ma resta sempre quel retrogusto garantito dalle melodie e percussioni tipiche della musica di Paul, come se un suono mistico e contestualmente terreno venisse guidato in un viaggio cosmico.

Il mini si chiude con una versione remixata della title track.

Band:

Santtu Laakso e Paul Roland – tutti gli strumenti e voci

Jonathan Segel – chitarre

Santtu Laakso