Proveniente da Cincinnati (Ohio), il trio di rocker chiamato Valley Of The Sun torna sul mercato con un album intitolato “Quintessence”, che risulta un deciso passo avanti grazie a un sound ora meno ostico e con il supporto di un buon lavoro in sala d’incisione.
Il gruppo composto da Ryan Ferrier (chitarra e voce), Chris Sweeney (basso, tastiere e chitarre) e Johnny Kathman (batteria) arriva dunque al quarto full length in una quindicina d’anni di carriera con delle novità sostanziali nel songwriting derivanti da una marcata inclinazione per una certa varietà di stili in un contesto che rimane assolutamente desertico.
“Quintessence” consta di dieci brani che racchiudono appunto una buona amalgama di ispirazioni rendendone l’ascolto assolutamente ricco di spunti interessanti.
Dall’opener “Terra Luna Sol” il gruppo statunitense partono per questo viaggio musicale ed ipnotico attraverso tappe fondamentali per cogliere lo spirito avventuroso di un sound che, a partire dalla stupenda “Where’s This Place”, comincia a stemperarsi in una lenta marcia psichedelica portando “Quintessence” verso territori, stoner/desert per poi virare verso il post/grunge nella successiva “The Late Heavy Bombardment”.
Non mancano accenni di doom più classico così come atmosferiche e liquide jam in cui, a mio parere, la band dà il meglio (“Palus Somni” e “Theia”).
Ottime le linee vocali che mantengono un approccio in stile anni novanta (chi ha detto Seattle sound?) e potenti le chitarre quando decidono di graffiare in contesti dove il groove è al massimo (la corta ma devastante “I’ll Seen The Burn”).
La title track chiude l’album e riassume quanto sentito, lasciando agli ascoltatori la sensazione di essere al cospetto di un lavoro decisamente riuscito e, quindi, consigliato.