I Leprous sono una band fuori dal comune, un’entità a sé stante di non facile catalogazione e, per tale motivo, ancora troppe volte poco compresa, specialmente nella scena metal.

Questo accade da almeno una manciata di album, tutti lavori che escono dai soliti binari di quel genere che potrebbe avvicinarsi al credo musicale di Einar Solberg e soci, ovvero il metal progressivo 2.0.

E’ infatti dall’uscita da “The Congregation” (2015) che il gruppo norvegese ha cominciato a viaggiare lunga una strada tutta sua, lasciando definitivamente il metal estremo per un approccio totalmente personale, tanto che si può sicuramente affermare che il Leprous assomiglino solo a sé stessi.

Ed è così che dopo le meraviglie sonore degli ultimi due spettacolari full length (Pitfalls, uscito nel 2019, e il precedente Aphelion, pubblicato nel 2021), la band norvegese arriva all’ottavo album in studio, questo bellissimo, emozionante e, per certi versi, più accessibile “Melodies Of Atonement”.

Il nuovo lavoro è composto da dieci perle grigio scuro, dove tutte le sfaccettature della musica dei Leprous vengono manipolate per restituirci un approccio più diretto, ancora una volta di un’eleganza e raffinatezza fuori dal comune grazie all’uso abbondante di un’elettronica che ricorda la dark wave più sofisticata, oltre a una prova vocale del “divino” Solberg che racchiude il significato stesso dell’aggettivo “emozionante” come solo lui riesce a fare.

L’album parte con due brani “facili” come “Silently Walking Alone” e “Atonement”, poi con la solita genialità che li contraddistingue i Leprous ci invitano nel loro mondo musicale, creato ad arte per sorprendere tra saliscendi umorali, raffinatezza esasperata, decisi cambi di atmosfere e quel songwriting benedetto dagli dei che regala gioielli come “Like A Sinken Ship” e il capolavoro “Faceless”.

Un altro capitolo è stato aggiunto a quello che da anni ormai è un avvincente percorso musicale che non è ancora giunto, fortunatamente, al suo capolinea.