Quarto album per la creatura allestista dal polistrumentista Roberto Vitelli, che continua il suo viaggio tra rock sinfonico e pomp, con chiari riferimenti ai Genesis più magniloquenti, ai Magnum, ma anche realtà più vicine a noi come Enchant e Shadow Gallery, con cascate di tastiere che la fanno da padrone. Rispetto al passato, dove i brani erano solo strumentali, l’ingresso in alcuni pezzi del cantante John Wilkinson, in possesso di una voce cristallina e molto Gabriel/Collins, apre nuovi orizzonti ad un suono arioso e ricco di enfasi, che grazie al supporto di cori ad effetto, si fa ancora più affascinante e pomposo.
Tanti e prestigiosi gli ospiti (Godetevi la lista sotto, nda), che conferiscono a “Stranger Skies” uno sviluppo variegato, ma saldamente nei confini del genere, per un totale di sei le tracce che si ascoltano quasi in un’unica soluzione. Ed è davvero difficile segnalare i brani più significativi, perché l’album scorre senza soluzione di continuità ed ad ogni passaggio offre momenti emozionanti. Tuttavia non citare l’iniziale “Northwards”, i saliscendi di “Tundra” e la conclusiva “Another World”, una sorta di manifesto del pomp prog rock, sarebbe delittuoso.
La copertina di Rodney Matthews, che evidenzia il contrasto tra freddo e calore, elementi che sono al centro del concept, non fa altro che ingigantire la bellezza di un disco (disponibile anche in vinile) che se amate questo tipo di sonorità, troverete bellissimo.
Una volta tanto prendere in prestito una frase ambiziosa della biografia non è fuori luogo: un must per ogni amante di symphonic prog e di moderno progressive rock!
Band: Roberto Vitelli (basso, tastiere e principale songwriter), Mattias Olsson (batteria), John Wilkinson (voce) e Giacomo Anselmi (chitarra).
Ospiti: Clive Nolan (tastiere), Graeme Taylor (chitarra acustica), Tomas Bodin (tastiere), John Hackett (flauto), David Jackson (sassofoni e strumenti a fiato), Bob Hodges (tastiere), Stefano Vicarelli (tastiere) e Riccardo Romano (cori, chitarra acustica a 12 corde).