L’ultimo album degli storici stoner rocker britannici Orange Goblin può sicuramente essere considerato l’esempio lampante di come il genere si sia evoluto in tutti questi anni, in barba a chi ha da sempre storto il naso quando si parla di musica “stonata”.
Infatti, quello che da almeno trent’anni viene definito stoner oggi è un arcobaleno impazzito di suoni e colori, ora psichedelici, ora più classicamente doom, ora mostruosamente rock’n’roll, ora heavy metal.
Il quartetto capitanato da Ben Ward in tutti questi anni ha appassionato migliaia di fans in giro per il mondo grazie ad una miscela dinamitarda di tutte queste voci, portando la musica del gruppo verso un concetto di heavy/stoner assolutamente riconoscibile in studio e devastante in sede live.
La band torna a distanza di sei anni dal precedente “The Wolf Bites Back”, raggiungendo la doppia cifra per quanto riguarda le pubblicazioni ed ancora una volta non fa prigionieri in quanto a impatto e forza espressiva, con quel tocco di melodia classicamente heavy metal che è di fatto la sua caratteristica maggiore, almeno da “Coup De Grace” in poi.
“Science, Not fiction” risulta quindi un ottimo lavoro, potente e melodico, stoner/doom il giusto per non perdere troppo la rotta verso buchi neri persi nello spazio profondo, mantenendosi più vicino (almeno nei testi) alla vita reale.
Bellissima l’apertura lasciata a “The Fire At The Centre Of The Earth Is Mine” e da infarto i primi minuti horror/doom di “Cemetery Rats”, dalla metà trasformata in una cavalcata heavy che il buon Lemmy avrebbe sicuramente approvato.
L’album come già scritto non lascia scampo, i brani si susseguono decisi e potenti (“The Fury Of A Patient Man” è Motorhead fino al midollo), i riff di Joe Hoare sono pesanti come una pioggia di incudini da un cielo arrossato dal fuoco dell’inferno e la sezione ritmica (alla batteria di Chris Turner, si aggiunge il basso del nuovo entrato Harry Armstrong) è selvaggia e furiosa quanto mai.
Senza annoiarvi più del dovuto vi invito all’ascolto del nuovo album targato Orange Goblin, il metal del nuovo millennio passa sicuramente anche da qui.