Con i suoi 74 anni suonati, Jim Peterik, tanto stravagante nel look quanto grande musicista, è una delle leggende del rock melodico americano. Prima con gli Ides Of March, recuperati decenni dopo e soprattutto con i successivi Survivor, campioni di incassi nelle classifiche statunitensi degli anni con un AOR venato di pop rock, che ha generato decine di singoli e se citiamo solo “Eye Of The Tiger” non vogliamo mancare di rispetto agli altri brani.

Ad inizio millennio forma i Pride Of Lions, votati ad un rock pomposo, dove le sue tastiere sono in evidenza e fanno da tappeto e corpo alla voce spettacolare del cantante Toby Hitchcock. Poi numerose collaborazioni (Kelly Keagy, il compianto Jimi Jamison, Dennis DeYoung ed altri), alcuni album solisti e l’idea dei World Stage con cui, dopo quattro album, tra live e studio, decide di creare una sorta di squadra di campioni affermati (roots) e future stelle (shoots). Dopo il primo volume uscito ad inizio anno, ecco il secondo e se è vero che Jim è un compositore eccellente, non possiamo non sorprenderci per il livello altissimo dei dodici pezzi in scaletta.

La qualità maggiore dell’album è quella di riportarci agli anni ’80, come scrittura, gusto e produzione, infatti non c’è nessuna forzatura nelle ritmiche, il suono è pulito, privo di inserti tecnologici e l’attenzione per la costruzione armonica, ovviamente ruffiana, non è comunque banale. Jim ha affermato di aver scritto i brani puntando sulle qualità dei singoli interpreti ed ascoltando la scaletta non si può che dargli ragione, infatti in “Hit Of Freedom” il sentire è fresco ed attuale, un soul pop che permette alla voce vellutata della giovane cantante Sophia Sheth di emergere, di rimando “Your Own Hero”, affidata a Mike Reno dei Loverboy, è un classico hard rock melodico che profuma di anni ’80. Con l’apertura ariosa di “American Dreamer” e il singolo “Rises Again” (con la voce del nuovo talento del folk rock Kevin Harris), si torna ragazzi a sognare sulle highway, la commovente ballata tastieristica “All That’s Mine To Give” ci regala un Toby Hitchcock strepitoso, che si ripete, qui in coppia con Peterik, in “Forever Endeavor”. In tema di cantanti non meno emozionante il timbro di Dave Mikulskis (talentuoso cantante turnista) che nella citata “American Dreamer” e “Stronger Than You Know” ci ricorda l’indimenticabile Jimi Jamison. “Been To The Mountain”, affidata a Jason Scheff ex bassista/cantante dei Chicago, è forse il pezzo più rock del disco, con parti di chitarra solide ed un cantato grintoso. “We Can Fly” dove Jim Peterik si riallaccia con gli Ides Of March, ha un’andatura new country che conquista al primo ascolto, mentre nella ballata folk “Love Lives” Jim divide le parti vocali con Cathy Richardson, nota per la sua collaborazione con i Jefferson Starship. Completa il tabellino “Until”, un pezzo raffinato alla Chicago cantato dall’ugola prepotente di Neil Donell, dal 2018 frontman proprio della band dell’hit planetario “Hard To Say I’m Sorry”.  

Per la chiusura Jim si regala l’interpretazione di “The Road To Forever”, un pop sinfonico alla Meat Loaf, con un testo commovente che la sua voce matura, segnata dal tempo, rende ancora più emozionante.

Se siete tra quelli, come me, che l’AOR lo hanno accantonato e vogliono solo il meglio del meglio, fidatevi questo è il disco che dovete avere. Stupendo!

Scaletta ““Roots & Shoots Vol.2”

1. American Dreamer (feat. Dave Mikulskis)

2. Your Own Hero (feat. Mike Reno with Jim Peterik)

3. Stronger Than You Know (feat. Jim Peterik and Dave Mikulskis)

4. All That’s Mine To Give (feat. Toby Hitchcock)

5. Been to the Mountain (feat. Jason Scheff)

6. Forever Endeavor (feat. Jim Peterik with Toby Hitchcock)

7. Rise Again (feat. Kevin Farris)

8. We Can Fly (feat. The Ides Of March with Jim Peterik)

9. Love Lives (feat. Jim Peterik with Cathy Richardson)

10. Until (feat. Neil Donnell)

11. Hit of Freedom (feat. Sophia Sheth)

12. The Road to Forever (feat. Jim Peterik)