Diciamolo, nell’era del tutto e subito anche il raccontare album musicali diventa, se non si entra nell’ottica del “descrivi tutto in due righe senza dilungarti troppo”, un dispiego di energie non solo inutile ma alquanto fastidioso per chi la musica la vive in un batter di ciglio.
Premessa assolutamente doverosa davanti ad un’opera come questo “Coming Home” dei rockers finnici Falcon Trails, spettacolare trio di musicisti che oltre Lee Small al microfono vede in prima lineaMika Grönholm (chitarra, basso e tastiere) e Tom Rask (batteria), con l’ospite Michelle Lynch alle backing vocals su tre brani.
Ci sarebbe da scrivere e raccontare di rock e della sua storia per paginate intere dopo l’ascolto di questo piccolo gioiello che nel 2024 ci prende per mano e ci porta a spasso per i decenni più importanti della storia musicale contemporanea, tra hard rock, classic rock, blues, soul e funky, spingendosi oltre le solite ispirazioni ma consegnandoci un manuale di cosa si è suonato in giro negli ultimi sessant’anni.
Si passa così, con una naturalezza senza eguali, dai Led Zeppelin ai Deep Purple (era Hughes), dalle storie funky e soul della Motown, al british e delta blues, il tutto sotto la guida di un Lee Small in forma smagliante, camaleontico nel donare la sua ugola ai vari cambi di atmosfera.
“Coming Home” risulta quindi impeccabile nel suo gestire le tante trame che tra un genere all’altro cambiano ispirazione e sapore, dal blues al funky, dal rock a quella dance newyokese che ormai è leggenda.
Dal funky rock di “Feel” al blues della sanguigna “The Way We Want”, dall’irresistibile e danzereccia “Devotion” al blues alla Deep Purple della splendida “Winter’s Blues”, è tutto un susseguirsi di soluzioni compositive sorprendenti, fatelo vostro senza se e senza ma.