Molti, anche fuori dalla scena blues, conoscono la chitarrista e cantante Samantha Fish, balzata agli onori delle cronache per una serie di album e collaborazioni che l’hanno portata all’attenzione di tutti gli appassionati.
Sono meno, invece, quelli che conoscono le gesta musicali della sorella maggiore Amanda, arrivata oggi al terzo album con questo bellissimo “Kingdom”.
Impegnata socialmente e politicamente, Amanda risulta molto meno produttiva della sorella minore ma non per questo meno brava.
Più orientata verso un blues classico e roots rispetto a quello più mainstream della chitarrista Samantha, Amanda ci consegna dieci perle cariche di sanguigno blues rock, grazie anche al suo timbro da interprete navigata e a un songwriting di tutto rispetto.
Chitarre ruvide, ritmi bluesy gestiti dalla Fish con grande saggezza compositiva, un’atmosfera pregna di oscuri pensieri legati alla pandemia e allo stato politico e sociale americano, segnano un ritorno di grande spessore dopo sei lunghi anni.
Registrato da Paul Niehaus IV al Blue Lotus Studio di St. Louis, “Kingdom” non lascia trasparire nessun compromesso, grazie ad una serie di brani in cui il blues rimane al centro della composizione per raccontare il disagio figlio della dura vita di tutti i giorni, avvolgendo con sicure braccia country (Broke Ass Blues) o denunciando con ironica rabbia la deriva dell’industria musicale (Sell The Record).
Oltre ai musicisti impegnati nella band (Paul Niehaus IV, Terry Midkiff, Dom Knott, Dylan Farrell e Glen James) non mancano ospiti di prestigio come Billy Evanochko, Jeremia Johnson e Richard Rosemblatt a suggellare lo splendido ritorno di questa grande artista del Kansas.