I paesi del Nord regalano sempre grandi realtà quando si parla di musica Rock e Metal.

Senza soffermarsi sui grandi nomi del metal estremo che, dalla fine degli anni ’80 in poi, hanno portato una vera rivoluzione nella scena mondiale, o su quelli di matrice progressive (meno noti quelli degli anni settanta, più conosciuti quelli del ventennio a cavallo del nuovo millennio) è oggi il Classic Rock che sta sfornando grandi nomi e splendide opere.

Chiamatelo Retro Rock, Rock Vintage o come vi pare, ma quello che è l’erede naturale del Rock classico di primi anni settanta sta offrendo il meglio di sé e il Nord Europa sta facendo il suo dovere con i sempre presenti Stati Uniti e Gran Bretagna.

I Rockers svedesi Svartanatt, li avevo conosciuti all’uscita del loro secondo album, a suo tempo recensito, per poi perderli di vista ma, sinceramente, questo nuovo album è una bella sorpresa che conferma le buone impressioni di qualche anno fa.

Era il 2016 quando il gruppo pubblicò il primo album omonimo, seguito da “Starry Eagle Fly” del 2018.

Cinque anni dopo ecco il nuovo lavoro intitolato “Last Days On Earth”, un album di Classic Rock di non facile assimilazione, maturo e progressivo quel tanto da doverlo gustare con calma, assaporando i tanti dettagli compositivi che formano un pianeta unico nella scena odierna.

Pochi brani di facile presa dunque, un arcobaleno di suoni, immagini e colori che trovano la loro amalgama in un suono che attinge al Rock Duro, come alla Psichedelia e al Progressive, in parte lasciato leggermente dietro da una produzione che esalta le atmosfere retro.

L’album è stato registrato da Martin Borgh (Graveyard, Blues Pills) ed è composto da undici brani che formano una Jam musicale in cui è facile perdersi tra le note di brani dal forte impatto 60’/70′ come “Demons In The Night”, “Children Of The Sun” o “Texas Dance” e, chiudendo gli occhi, trovarsi in piena era Flower Power.

La band oggi, dopo vari cambi di formazione, è composta da Jani Lehtinen (voce, chitarra), Felix Gàsste (chitarra), Anton Fors (basso, voce), Martin Borg (organo, tastiere), Daniel Easter (batteria), un quintetto di ottimi musicisti che valorizzano la musica creata.

L’organo di Martin Borg a tratti prende il comando delle operazioni portando l’ascoltatore in un viaggio temporale assolutamente affascinante, ma è la sezione ritmica che in questo album fa la differenza, volando altissima per tecnica ed approccio da band Prog Rock.

“Last Days On Earth” risulta quindi un lavoro convincente ed assolutamente consigliato agli amanti del Rock Classico, parola di BackInRock.