Non ancora ripresomi dall’ascolto del debutto dei rockers statunitensi Ego Planet (che non manca di avere qualche punto in comune con questo altro bellissimo lavoro), mi ritrovo ancora una volta perso in atmosfere sci-fi con “Glass Future”, nuovo album degli Howling Giant, band nata a Nashville (città conosciuta più per le tante band e label Country che per il Rock duro) nel 2014 ed arrivata al secondo full lenght, dopo un tris di lavori minori e l’esordio su lunga distanza del 2019 intitolato “The Space Between Worlds”.
Il sound è ancora una volta pregno di tantissime sfumature, dalla clamorosa apertura con “Siren Song”, brano che, dopo l’intro Hourglass, esplode in tutta la sua magnificenza sonora.
Lo Stoner con cui veniva etichettato il sound del gruppo è praticamente scomparso: oggi gli Howling Giant si avvalgono di un’innata predisposizione per la psichedelia ed il progressive/metal di estrazione canadese (Rush, i Voivod del periodo Angel Rat/Outer Limits), lo rivestono di Classic/Heavy Rock e se ne escono con queste otto perle dal titolo “Glass Future”.

Tom Polzine (voce e chitarra), Zack Weeler (voce e batteria) e Sebastian Baltes (voce e basso) figlio dell’ex Accept Peter Baltes, a cui si aggiugono come ospiti James Sanderson alla voce e Drew David Harakal II alle tastiere, formano un gruppo di musicisti dallo straordinario valore in grado di offrire un’opera mastodontica per intensità ed atmosfere.
Il Progressive e la psichedelia fanno il bello e il cattivo tempo in brani dal sapore antico (Hawkwind), ma ben piantati nel presente e nel futuro, proposti dal gruppo di Nashville che non ne vuol sapere di scendere sotto l’eccellenza grazie alla title track e al brano capolavoro “Tempest And The Liar’s Gateway”.
Pianeti in fiamme, deserti di arida roccia che arde al calore di soli lontani, astronavi perse in universi devastati da guerre millenarie, forme di vita in costante mutamento, fanno parte del mondo di “Glass Future”, nuovo magnifico album degli “ormai” grandissimi Howling Giant.