Seattle anno di grazia 2023; il blues nella famosa (almeno per chi vive di Rock) città dello stato di Washington si suona come lo suonano i Gravelroad.

Per chi non conosce la band di Seattle, ricordo che non si sta certo parlando di novellini, ma di un quartetto di rockers in attività da ormai un ventennio e con nove album alle spalle.

“Duty To Warn” è il titolo del nuovo album, quattro anni dopo il precedente “Crooked Nation” (una vita per i loro standard), che vede il quartetto ancora una volta protagonista di un buon lavoro, sanguigno, sporco, alternativo.

Alternativo è, a mio parere, la parola chiave per leggere il sound dei Gravelroad, un blues che pur avvicinando gli amanti dei suoni classici, schiacciano l’occhio ad ascoltatori abituati a suoni moderni e, appunto alternativi.

Garage, Metal, Rock’n’roll e Alternative compongono il cocktail ad alta gradazione Blues che i Gravelroad, ormai quasi in doppia cifra in pubblicazioni di full lenght confezionano da anni e che confermano in questo nuovo album, prodotto dal guru Jack Endino a Seattle.

I Gravelroad sono in tutto e per tutto dei Bluesman, hanno per diverso tempo collaborato con una delle più chiacchierate leggende del genere, quel James Lewis Carter Ford, allias T-Model Ford fino alla sua morte in Mississippi nel 2013, all’incerta età di novant’anni ed una vita spesa tra prigione, casini e musica del diavolo e con cui hanno registrato due album, “Ladies Man” nel 2009 e “Taledragger” nel 2011.

“Duty To Warn” sposta leggermente il sound del gruppo verso una proposta meno calssica, più fruibile anche per chi non ha molta dimestichezza con il genere.

Joe Johnson (Basso), John Kirby Newman (Chitarra, Voce), Martin Reinsel (Batteria) e Stefan Zillioux (Chitarra, Voce), hanno ridato voce al loro concetto di Blues Rock con un ottimo album, confermandosi sulla scena come proposta di qualità e di rimarchevole originalità.