Chi mi conosce sa benissimo che i Led Zeppelin sono uno dei miei due gruppi preferiti, dove “preferiti” sta per autentica devozione (l’altro sono i The Beatles).
In oltre mezzo secolo di amore incondizionato per la musica, attraversando stagioni dove Progressive, Heavy Metal, Alternative, Hard Rock, Metal estremo e Blues hanno riempito momenti di vita tra alti e bassi come per ognuno di noi, le due band in questione sono sempre state le più vicine a quello che il sottoscritto intende per Rock.
Si tratta di una premessa doverosa perché l’ultimo album dei Bourbon House è quanto di più vicino si possa pensare ed ascoltare rispetto al dirigibile più famoso della storia del rock (a meno che non consideriate Jimmy Page una specie di divinità scesa in terra sotto le sembianze di un chitarrista Rock).
I Bourbon House sono un gruppo attivo dal 2017, anno di uscita del debutto omonimo; la band del Winsconsin mette in riga una buona fetta di Hard Rock band dalle velleità settantiane sulla bocca e sulla penna di molti, con uno dei migliori album usciti quest’anno alla voce Classic Rock, grazie allo spettacolare lavoro chitarristico di Jason Clark e alla voce sporcata di Blues della sirena Lacey Crowe, aiutati da Steve Lotharius al basso e Alec Martin alle pelli.
“The Fourth Album” è il miglior album del gruppo, ma non si tratta di un punto di arrivo; infatti, le potenzialità che emergono prorompenti da questi ultimi nove brani lasciano intravedere un futuro più che roseo per questo quartetto che, se lascia alla Crowe copertina e gloria, si merita nel suo insieme gli applausi di fans e addetti ai lavori.
“Resonate” apre l’album con un riff zeppeliniano, il sound rimane vincolato al leggendario gruppo inglese nella sua versione più dura come in “Love Is A Killer”, mentre la Crowe da lezione di Blues in “Hotel Bar Blues” (con quell’armonica che tanto sa di “Bring It On Home”) e l’atmosfera sensuale e nostalgica di “Blue Magic”, mentre in “High Road Gypsy” è il lato più “americano” e sudista del gruppo che emerge in una semiballad elettro/acustica da infarto.
Conquisteranno il mondo?
Ai posteri l’ardua sentenza, voi godetevi questo meraviglioso “The Fourth Album” e sono sicuro che alla fine del disco, ritornerete a premere il tasto play del vostro lettore. Rock On!