Scrivere del grande Joe Bonamassa potrebbe essere superfluo, non fosse che gli elogi per chi di fatto negli ultimi vent’anni, ha riportato il Blues fuori dai confini di genere non sono mai abbastanza.
Blues o Rock Blues fa poca differenza, il chitarrista e produttore americano, con oltre quaranta pubblicazioni in più di due decenni, ha non solo sfoggiato un talento che ha del sovrumano nel suonare e creare musica del diavolo, ma ha riproposto a suo modo diversi classici, onorando artisti e scene che hanno scritto storia e leggenda del padre di tutta la musica moderna.
“British Blues Explosion” su tutti, uscito nel 2018 e per chi scrive il suo capolavoro dal vivo, mastodontico lavoro che vedeva Bonamassa alle prese con tanti classici della scena Blues inglese ‘60/’70, e il primo capitolo di “Blues Deluxe” uscito addirittura nel 2003 sono solo alcuni esempi della devozione che l’artista ha per chi lo ha preceduto nel dare suono e voce al blues, che sia di volta in volta d’oltreoceano o britannico.
La sua carriera lo ha portato a collaborare con il gotha della scena, restando sempre membro dei rockers Black Country Communion e compagno artistico della dea bianca del blues odierno Beth Hart, con la quale ha dato vita a una serie di album in studio e di live assolutamente di prim’ordine.
Pochi mesi dopo la pubblicazione di “Tales The Time”, live dove Bonamassa porta sul palco il bellissimo ultimo lavoro licenziato due anni fa (Time Clocks), arriva dunque nei negozi questa nuova raccolta di brani, che riprende il titolo del disco uscito nel 2003 e quella voglia di suonare Blues, vero, sanguigno e ad alta gradazione emozionale.
Perché, diciamolo, negli ultimi tempi il sound proposto da Bonamassa si è evoluto in qualcosa di più che il classico Blues Rock: i suoi ultimi lavori, prodotti e orchestrati a meraviglia, per contro avevano perso un po’ di quel sano, caldo e diretto spirito che contraddistingue il blues, qui tornato a farla da padrone.
Dieci brani, di cui due scritti dal chitarrista, ed otto spettacolari versioni di classici che, fin dall’opener “Twenty-Four Hour Blues” omaggia le sue ispirazioni e influenze, da Guitar Slim ad Albert King, da Peter Green alla Bobby-Blue Band, per quella che è l’ennesima uscita imperdibile firmata Joe Bonamassa….Blues On.