Guidati dal sempre in forma Robb Weir, unico componente originale, il batterista Craig Ellis e con il nostro Jacopo Meille, cantante che a breve festeggia venti anni nel gruppo, i Tygers Of Pan Tang stanno attraversando una terza vita artistica, che è più lunga della somma delle due precedenti.

Quindi cercare analogie con il passato profondo degli esordi, non ha senso, perché da tempo i Tygers Of Pan Tang, che qui si presentano con due nuovi innesti: il chitarrista italiano Francesco Marras e il bassista Huw Holding, sono un’entità totalmente diversa, capace di piccole mutazioni album dopo album, senza perdere mai la bussola di un heavy rock roboante, costruiti su riff micidiali e cantati dinamici, carichi di sostanza e melodia, nonostante l’energia delle corde vocali di Meille.

I dieci brani prendono vita ad ogni ascolto, anche grazie al lavoro di Marras, che si dimostra acquisto prezioso nel corroborare il lavoro del leader Weir, portando un tocco di modernità al sound, ottimamente levigato dalla produzione di Tue Madsen.

I Tygers Of Pant 2023, fotografati da Steve Christie

L’album non mostra segnai di cedimento, ma se dovessi scegliere tre pezzi che si elevano direi l’iniziale “Fire On The Horizon” una mazzata carica di melodia, il brano più vicino ai fasti degli esordi, con assoli di chitarra che volano nel vento, “Light Of Hope” che al contrario guarda avanti, con un impatto devastante, su cui Meille impatta magnificamente e chiudo con “Taste Of Love”, una ballata che dimostra come la band sia in grado di affrontare e dove Jacopo può liberare tutta la sua verve seventies.

Anche dopo quattro decenni non sbagliano un colpo i Tygers Of Pan Tang, anzi album dopo album, sembrano crescere e maturare. Bello invecchiare così.