Lascia un po’ di amaro in bocca l’ultimo album degli Slipknot., il settimo della loro ultraventennale carriera.

Considerati giustamente come una delle band più importanti dei primi anni 2000, gli ex ragazzi dell’Iowa non riescono più a stupire fino in fondo. Tralasciando alcuni riff esaltanti (l’intro di “Warranty”) e pattern riusciti di “Hive Mind” di questo “The End, So Far”, a mio avviso resta relativamente poco. So che altrove l’album viene considerato un bel capitolo della lunga storia della band, ma personalmente sono rimasto deluso.

Sicuramente non mi aspettavo le piacevoli ferite lasciate dall’esordio omonimo, un caposaldo del nu metal e nemmeno l’impatto del violentissimo “Iowa”, ma qui manca anche l’ispirazione contenuta in “All Hope Is Gone”. Per carità, un brano come “H377” non sfigura eccessivamente nella loro produzione, ma in generale mancano quelle sferzate in grado di lasciarci davvero a bocca aperta. 

Posso dar loro, anche alla luce del precedente disco, l’attestato di tentare la modifica del proprio sound, ma in generale, a livello di scena, non stanno davvero spostando molto.

Il problema principale dei tempi che viviamo è spesso da ricercarsi nella produzione, troppo pompata e globalizzata, fattore che rende “The End, So Far” un già sentito altrove, magari da qualche loro imitatore, che è riuscito a fare di meglio. 

Naturalmente ottime le prove strumentali dei singoli musicisti e, ripeto, alcune soluzioni sono ben riuscite, Ma se dovessi dare un voto scolastico, probabilmente sarebbe poco inferiore al sei. Il mestiere a questo punto della loro carriera, almeno per me, non paga più.