Alfieri del metallo italiano che fu, tornano alla carica i veronesi Spitfire con un album di nuove composizioni, al netto di tre canzoni la cui composizione risale ai gloriosi anni 80 .

Nulla di rivoluzionario o trendy ma finalmente un album che riabbraccia con freschezza e rinnovato vigore il metal di ottantiana memoria.

Solitamente i riferimenti citati per il combo veneto approdano sempre alla sigla NWOBHM, ma a mio avviso reminiscenze del class metal americano sono ben presenti.

Un album immancabile per gli amanti del metal più classico, sia per chi ama Judas Priest sia per coloro che preferiscono gli W.A.S.P., ma che si caratterizza per un indovinato connubio tra revival e spirito modernistico.

In tal senso gioca a favore della band sia la produzione, ariosa ed al passo con i tempi, che l’atteggiamento stesso della band, che non pare adagiarsi sui bei tempi che furono ma che con piglio selvaggio macina riff vigorosamente efficaci.

In conclusione merita un accenno lo splendido artwork, a d opera di Alessandro “Palva” Palvarini, della versione fisica (in cd) sia per la conturbante copertina che il libretto, ricco di illustrazioni e rimandi a cinema e letteratura a corredo del concept di matrice horror dell’album.

P.S. Ritaglio un breve spazio, per citare gli Ex, l’altro progetto del chitarrista Stefano Pisani, che in particolare con l’ultimo album del 2019, “I Nostri fantasmi”, hanno firmato un lavoro adrenalinico, puro esempio di combat rock cantato in italiano.