Nonostante non si ancora stato tradotto in italiano, ci sentiamo in dovere di riferirvi di questo fantastico libro, scritto da Doug Brod, un giornalista rigoroso e grande fan del rock.
Ci fu un momento, a metà anni Settanta, in cui le stelle dei gruppi hard rock cominciarono ad offuscarsi. Per molti, Black Sabbath, Deep Purple, Led Zeppelin non erano più dei mostri sacri ma un branco di dinosauri che qualcuno avrebbe dovuto togliere di mezzo. Poco prima che il punk prendesse il sopravvento, una nuova generazione di gruppi prese il rock dei maestri e lo portò a un livello più teatrale e più esagerato, infarcendolo di ritornelli pop e melodie orecchiabili. Una nuova ondata che non ebbe un nome ma un esercito di migliaia di giovani che vennero rapiti da questo sound e vi rimasero fedeli negli anni fedeli. E gli artefici di questo sound erano i Kiss, gli Aerosmith, i Cheap Trick e gli Starz.

Questa è la tesi da cui parte il giornalista musicale Doug Brod per portarci in pieni anni Settanta e farci scoprire le radici di un suono che dura ancora oggi, nonostante siano quasi cinquanta gli anni che ci separano da quell’epoca. I Kiss riempiono ancora le arene, gli Aerosmith farebbero lo stesso se Steven Tyler non continuasse a cadere e farsi male, i Cheap Trick li abbiamo visti qui a New York lo scorso autunno e sono ancora in piena forma. E gli Starz? Tranne gli addetti ai lavori, nessuno più si ricorda di loro. Tuttavia, nel libro si ricorderà come la band sia ancora citata fra le maggiori influenze di gruppi come Warrant, Danger Danger e artisti quali Lars Ulrich, Sebastian Bach e Jon Bon Jovi. Secondo l’autore del libro, i quattro gruppi furono la voce di una generazione troppo giovane per aver vissuto l’era dei Beatles e dei Rolling Stones ma anche smaniosa di ascoltare una musica diversa da quella dei loro fratelli maggiori.

Il libro menziona personaggi ormai dimenticati ma che furono fondamentali nell’estetica rock anni Settanta. Basta pensare a Sean Delaney, il “quinto Kiss”, l’artefice della coreografia e dell’immagine dei Kiss ma anche co-autore di molti brani dei Kiss solisti nonché degli Starz. Oppure racconta l’opera di gente che è ancora viva ma che è già entrata nella storia, come Jack Dougles, uno dei produttori più influenti degli Anni Settanta. O ancora ci fa atterrare in zone sconosciute degli Stati Uniti, come Rockford – la città natale dei Cheap Trick – per riportare a galla storie ormai dimenticate ma che furono alla base del successo dei quattro gruppi.
Le storie si intrecciano spesso con le vicende della Casablanca, la casa discografica dei Kiss, e con quelle delle numerose band messe sotto contratto per cercare di racimolare soldi. Fra queste vi erano la band dello stesso Sean Delaney (autore del pretenzioso “Highways” del 1979) e gli Skatt Bros, la cui hit “Walk the Night” è definita dal giornalista Jim Farber “la colonna sonora di quelli che chiavano nei camion” (ma gustatevi anche lo spassosissimo video di “Live At The Outpost” in puro stile Village People che potete trovare su You Tube). E che dire del giovane Desmond Child, che qui vediamo alle prese con il suo primissimo successo come compositore, nientepopodimeno che” I was made for loving you” dei Kiss? Leggendo “They Just seem a little weird (naturalmente, il titolo è una citazione del brano dei Cheap Trick), verrete catapultati in mille di queste storie e aneddoti. Il libro è indubbiamente scritto molto bene: l’autore – ex editor in chief della rivista “Spin” e collaboratore di “Entertainment Weekly” e del “New York Times” – é un fan del rock ma è anche un giornalista rigoroso, che cita sempre le sue fonti, corroborandole con ben 130 interviste da lui stesso realizzate. Brod si districa fra date, nomi e particolari storici senza mai cedere alla tentazione di salire in cattedra, grazie anche al suo stile accattivante e chiaro. Brod è insomma bravo a raccontare la storia e le storie del rock, anche quelle più bislacche. Una fra tutte quella di Richie Ranno, il chitarrista degli Starz, che negli Anni Ottanta, per pagare i debiti contratti con l’agenzia fiscale americana, si mette a vendere a prezzo maggiorato i memorabilia dei Kiss, comprati da un vecchio magazzino di proprietà del manager dei Kiss, Bill Aucoin. Brod racconta come questa attività diventerà un vero e proprio business per Ranno, con l’organizzazione di convention, concerti di tribute bands, forum di discussione (fra i clienti c’era anche un certo Sebastian Bach…). Fino a che gli stessi Gene Simmons e Paul Stanley faranno irruzione nella convention di Detroit del 1994 per reclamare la proprietà dei memorabilia. Una storia rock o trash? A voi la sentenza.

La seconda parte del libro si tuffa negli Anni Ottanta e ripercorre i momenti difficili delle quattro band – le lacrime, i debiti, la disperazione, lo scoramento – ma anche i grandi cambiamenti di rotta che furono alla base del loro ritorno al successo (tranne gli Starz, che si sciolsero finendo nel dimenticatoio). E allora ecco la conversione alla disco music dei Kiss con “I was made for loving you” e poi all’heavy metal con “Lick it up”. Oppure la resurrezione degli Aerosmith con “Walk this way”, il brano che segnerà anche il leggendario incontro fra rock e rap. O ancora le hit dii “Lap of Luxury”, che riportò i Cheap Trick in classifica. La parte finale del libro dimostrerà come questi quattro gruppi saranno alla base dell’hair metal di Poison, Skid Row e Mötley Crüe e persino del grunge di Nirvana, Alice in Chains e Melvins. Se conoscete a sufficienza l’inglese, vi consiglio di acquistare questo libro e leggerlo in lingua originale, farà risultare le storie che l’autore racconta ancora più incredibili.
