Tornano con le loro velocità elevate e le melodie che si intersecano con una voce femminile demoniaca gli Arch Enemy. Che, per inciso, sono una delle band pseudo-estreme di maggior successo. E quest’ultimo è sicuramente sublimato dalla presenza di brave (e belle) cantanti – sia la Gossow che ora la White-Gluz – che cantano in growl.

Ma va anche detto che la qualità, quantomeno formale, non è mai mancata, nemmeno negli ultimi lavori. In particolare ho apprezzato “Doomsday Machine”, ma anche “Rise Of The Tyrant”, che pure hanno ormai oltre quindici anni di storia. Ma anche questo nuovo “Deceivers” non è da meno ed eleva il death metal melodico della band svedese su livelli veramente alti.

Sgombriamo subito il campo da dubbi: se non amate gli Arch Enemy qui non troverete nulla che vi farà cambiare idea. Il perché è presto detto: suona Arch Enemy al 100%. Quindi aspettatevi molta melodia chitarrista, di pregio, incastonata su riff aggressivi e con la voce aggressiva di White-Gluz a chiudere il discorso. Insomma, pare esserci tutto. Ma allora cosa manca davvero al gruppo, considerando che che con una coppia di chitarristi come Jeff Loomis (star dei Nevermore) e Micheal Ammot (ex Carcass) non ci si può lamentare. Ma che sia un all star band è confermato dalla presenza di Erlandsson alla batteria e D’Angelo al basso, due colonne sin dai primi album, così come Ammott. Brani come “Sunset Over Empire” e la titletrack sono da manuale: potenti, veloci, accattivanti. Ma anche quando rallentano, nella pseudo-ballad “Poisoned Arrow”, risultano convincenti. Meno ispirate forse alcune bordate, come “The Watcher”, che fa muovere la testa, ma senza offrire nulla di più.

Ecco, forse più che agli Arch Enemy il problema va imputato alla modalità d’ascolto odierna, sempre più incentrata su Spotify. Le frequenze mancano, e si nota. Gli Arch Enemy si ritrovano bene in questo mondo, ma ascoltarli su un buon impianto aggiungerà sicuramente più anima, donando ulteriore calore ad un album, formalmente già ottimo.