Inossidabili, unici, semplicemente gli Scorpions!!

Da quanti anni gli Scorpions hanno annunciato il ritiro? Non me lo ricordo, ma spero che la data continui a spostarsi in avanti, perché tra i tanti nomi delle vecchia, anzi vecchissima guardia (visto che l’esordio risale addirittura al 1972), il quintetto tedesco è tra quelli con le carte in regola per non mostrarsi patetico, anche agli occhi di un pubblico più giovane.

Il titolo dice molto dell’attitudine degli Scorpions ed anche i titoli dei brani e i testi, contengono lo spirito inossidabile di chi ama il rock esattamente come quando aveva venti anni.

L’iniziale “Gas In The Tank” è una canzone perfetta, non da meno “Roots In My Boots” e “Hold & Cold”, la cadenzata “Shining In Your Soul”, mentre il mid time di “Seventh Sun” sembra proiettarci nei primissimi anni ’80, così come “Peacemaker”, mentre tra le ballate quella che ha il marchio Scorpions impresso in ogni singola nota è “When You Know” .

Forse c’è qualche brano forzato verso la fine, sedici brani sono troppi, ma nell’insieme il quintetto, sempre trascinato dalle chitarre di Matthias Jabs e Rudolf Schenker e dall’ugola sempreverde di Klaus Meine, non compie mai passaggi a vuoto (per esempio “Unleash The Beast” è un gioiellino), mantenendo comunque la linea di un heavy rock solido e squadrato, anche grazie al lavoro del bassista Paweł Mąciwoda e del batterista Mikkey Dee, elementi fondamentali nel telaio strumentale del gruppo.

“Rock believer” è il diciannovesimo album di studio e marca il territorio come poche band storiche possono permettersi. Quindi l’auspicio è che dopo il tour celebrativo in corso, gli Scorpions possano celebrare il ventesimo album di studio, con la medesima qualità.

Con “Rock Believer” gli Scorpions dimostrano che hanno ancora energia e creatività, per firmare un album spettacolare.