Premessa: Korn sono tra miei gruppi preferiti di sempre, pertanto mi sono sempre esaltato per opere assolutamente imprescindibili, come allo stesso tempo sono stato forse eccessivamente critico per i loro lavori meno riusciti.
Detto questo, è inevitabile sottolineare che il nuovo corso preso dalla band americana negli ultimi tre album, può tranquillamente essere paragonato ai primi grandi capolavori che li ha resi famosi in tutto il pianeta nella metà degli anni ’90.
Anche il nuovo “ Requiem” pur nella sua brevità ( solo 31 minuti), riesce a deliziarci con pezzi convincenti, come le splendide “Forgotten”, la sbilenca “ Lost In The Grandeur” e la modernissima “Let The Dark Do The Rest”. Pezzi che troveremo sicuramente nelle future set list dei loro concerti. C’è una convinzione nella stesura dei nove brani, che ci attanaglia sin dal primo ascolto, sia nella parte strumentale che nella voce di Jonathan Davis, oramai un autentico riferimento per tutte le rock band del nuovo millennio.
Menzione a parte per la conclusiva “ Worst Is On Its way” con quello break centrale, che richiama il classico “ Twist” del loro secondo album. E non mi sembra un paragone di poco conto.
I Korn dopo trenta anni di storia riescono ancora a stupire con un album breve, ma maturo, potente e che non lascia nulla al caso.
In una sola parola: splendido!