LoudMother “Falling Apart” (Ad Noctmem Records, 2024)
Trio dell’area, con musicisti proventienti da varie esperienze, i LoudMother ci propongono un hard rock blues, che sa essere deciso e poetica. I pezzi sono ben scritti e si ascoltano veramente con piacere. Convincenti le parti di chitarra solista, che ci regano assoli sempre melodici e cantabili. Belle ed indovinate le parti vocali, soprattutto nei cori, anche se forse alcune volte la timbrica appare troppo pulita, ma questa è solo un’idea personale. Registrazione e produzione hanno un tocco di modernità che evita la cappa dell’effetto nostalgia, ma nell’insieme siamo al cospetto di un album che ha tanto da offrire se i vostri ascolti girano intorno a Bad Company, Led Zeppelin e Trapeze e Wolfmother. Il crescendo di “Save My Soul”, che chiude il cd è il brano più emozionante. (Gianni Della Cioppa)
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Skull Guru “Cheap Tracks – Live AiPreti” (AiPreti Records, 2024)
L’idea di dare vita ad una collana di live album registrati all’Osteria Ai Preti di Verona per ora si è fermata alla prima uscita. Questa degli Skull Guru, sorta di estensione modificata degli Slap Guru, la band italo spagnola di hard stoner con all’attivo ben tre album. Ed è da questi tre album che gli Skull Guru attingono il repertorio. Lo stile resta tuttavia immutato, venti di hard psichedelico con spazio all’improvvisazione, ma senza la forza degli originali, qui si sceglie piuttosto l’atmosfera, con assoli di chitarra meno irruenti. Versioni che affascinano, che si prestano alle esigenze del locale. Una dimostrazione di versatilità e maturità. Bravi. (Gianni Della Cioppa)
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Paolo Sala “Semplice-Mente” (Banksville Records, 2024)
A dieci anni dall’esordio “Solitude” torna il chitarrista vercellese Paolo Sala e lo fo sempre dalla sua posizione di chitarrista jazz, raffinato ed esploratore. In un meraviglioso equilibrio di didattica e curiosità, queste nove tracce, otto originali scritte o co-scritte da Sala e la conclusiva “Forse (… ma piano)” firmata dal collaboratore Simone Morandotti, c’è tutta la magia di un musicista di estrazione classica che si è misurato con il jazz e il pop, comprendendone pregi, eventuali difetti e difficoltà. Ascoltare “Semplice-Mente”, un titolo che dice molto sull’approccio della scrittura dei brani e di rimando di chi li ascolterà è una sorta di esame, un test per la sensibilità e la voglia di confrontarsi con sonorità che non appartengono al DNA di chi solitamente si approccia al rock. Colto, affascinante, bello! (Gianni Della Cioppa)
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Gianni Bianconi “Inferno piucheperfetto” (autoproduzione, 2024)
Interessante album, che l’autore, noto come chitarrista, dedica all’Inferno della “Divina Commedia”. L’esigenza di Bianconi nasce dal suo amore per l’Opera di Dante Alighieri al punto che, se non ho informazioni errate, questo è il primo capitolo di una trilogia. Musicalmente ci sono influenze medioevali, con l’utilizzo di strumenti antichi come chitarra classica, mandola irlandese e ghironda, anche se non mancano parti elettriche, soprattutto quando la chitarra elettrica si prende il proscenio negli assoli. Le parti recitate dello stesso titolare del progetto dopo un gradevole fascino iniziale, diventano un po’ il limite del progetto, che avrebbe meritato una confezione ben più importante di un semplice cartoncino. Tuttavia nell’insieme la mezz’ora abbondante del cd scorre nella sua originalità con piacere e si ascolta con interesse. (Gianni Della Cioppa)
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