Si dice dalle mie parti che ci sono persone che ti mettono le mani nel sangue, riferendosi a chi assume atteggiamenti che si tramutano in una sorta di antipatia congenita.
In questo caso, per il nuovo album degli immensi 49 Winchester, le mani nel sangue si riferiscono invece a una serie di emozioni che, a tratti, portano a una sincera commozione, grazie a una serie di brani di una bellezza e profondità devastanti.
Con non poca superficialità avvicinata ai più popolari Blackberry Smoke, la band della Virginia è invece la versione più blues dei The Steel Woods, con il loro country rock che talvolta si veste a festa portandoci sulle colline e nelle valli degli Appalachi dove la melanconia viene combattuta a suon di rock americano, tanta disillusione e continue battaglie quotidiane.
É un susseguirsi di emozionante e poetica musica americana “Leavin This Holler”, quinto album di questa band capitanata dal grande Isaac Gibson, singer dal cantato impresso nel sound del gruppo come un ferro incandescente nella pelle.
Difficile che l’album non porti quella poca fortuna commerciale al gruppo anche in Europa, d’altronde è già dal precedente “Fortune Favour The Bold”, uscito due anni fa, che il nome 49 Winchester ha cominciato a farsi conoscere nel vecchio continente e non solo, spinto come altri dal successo di quella manciata di nomi che stanno raggiungendo il meritato successo fuori dagli States.
Prodotto da Stewart Myers , con la partecipazione della Czech National Symphony Orchestra, della cantautrice Maggie Antone ai cori, del violinista Philip Bowen e del chitarrista Cole Chafin (fratello del bassista del gruppo e co-fondatore insieme a Gibson, Chase Chafin), l’album non lascia scampo, le emozioni si susseguono tra brani di emozionante country rock ora vivace (Yearnin For You), ora riflessivo (Fast Asleep), southern blues da pelle d’oca (Rest Of My Days) o drammatiche ballate dove si fondono orchestra, country e sanguigne atmosfere del sud (Anchor).
Dove potrà arrivare questo nuovo lavoro in termine di vendite e popolarità oltreoceano lo si vedrà, sicuramente rimane uno degli album più toccanti di quest’anno.
“I momenti difficili non durano, le persone dure sì”. Grazie Isaac!