Gli Angel convincono e dimostrano che il loro ritorno non è solo questione di nostalgia, ma di idee e passione.

In pochi avrebbero scommesso sul ritorno con continuità degli Angel, storica band di Washington DC, nella costa orientale, che negli anni ’70 si era guadagnata la fama di contraltare paradisiaco dei Kiss. Infatti la loro immagine bianca aveva conquistato il pubblico, anche grazie ad un hard rock melodico incentrato sulle tastiere di Gregg Giuffria e sul canto particolare di Frank DiMino, uno stile originale e magnetico, che ha portato in dose anche alcuni buoni successi. E non dimentichiamo che quelli erano anni dove la concorrenza, anche solo nel rock FM, era gigantesca, basti citare Toto, Boston, REO Speedwagon, Journey e Foreigner, senza voler andare oltre.

Con “Live Withoout Next” del 1980, che arriva dopo cinque ottimi album di studio, si chiude la parabola del quintetto che, del tutto inaspettatamente, riappare nel 1999 con “In The Beginning”, con i soli DiMino e il batterista Barry Brandt a tenere un legame con il passato. Ma ancora più sorprendente è la seconda reunion, quella del 2019 che si presenta come un sestetto con due chitarre, con DiMino che questa volta condivide la storia con il chitarrista originale  Punky Meadows. “Risen”, condito da alcuni progetti solisti dei due titolari citati, è il viatico per un ritorno anche in concerto, che ci porta a questo nuovo capitolo “Once Upon A Time”, che sin dal titolo cerca di recuperare lo spirito del passato. Dei tre lavori successivi ai seventies è certamente il più efficace, con spunti che ci riportano agli anni migliori, penso a “Black Moon Rising”, “Once Upon A Time An Angel And A Devil Fell In Love (And It Didn’t End Well)” e “Let It Rain”, dove per la voce di DiMino il tempo sembra non sia mai passato. Non manca qualche passaggio a vuoto (“Rock Star” è davvero scontata), ma in generale è un bel disco, che piacerà ai fan storici, innamorati del rock pomposo e magniloquente, anche se la chitarra di Meadows non manca di ruggire.

Da notare che l’edizione giapponese ha tre pezzi in più e “C’mon” e “Let The Kid Out” non sembrano affatto dei riempitivi.

Tra nostalgia e “Che bello quando eravamo giovani”, “once Upon A Time” è un disco che non deluderà i vecchi fan degli Angel, ed è esattamente a loro che è diretto.

Bentornati!!