L’anno è appena iniziato e non è facile prevedere come sarà, date tutte le preoccupazioni politiche, economiche e sociali che ci attanagliano, per di più a valle degli anni della pandemia e nel pieno di una guerra.

C’è, però, una certezza positiva: sarà quello della consacrazione musicale (se mai ce ne fosse bisogno) di Sophya Baccini.

Sto parlando di un’artista napoletana di livello assoluto con alle spalle collaborazioni importanti, sia con cantanti famosi della scena partenopea, Nino D’Angelo e Gigi D’Alessio tra gli altri, sia con campioni del rock italiano, tra cui Osanna, Delirium e Vittorio Nocenzi del Banco.

La parola “artista”, nella sua più ampia accezione, le calza a pennello, visto il suo talento come cantante, pianista, compositrice e autrice, senza contare la sua profonda cultura, musicale e non; da ricordare anche il musical su Maria Sofia di Borbone.

Il 2023 sarà intenso per lei e rappresenterà un compendio delle sue esperienze musicali, da solista o all’interno di band, ripettandone la sequenza cronologica.

Infatti, l’anno inizia con l’uscita del suo album solista “Animatesi” di cui ci occupiamo in queste righe, cui seguiranno il nuovo album dei Presence, straordinaria dark prog band, e quello delle Sophya Baccini’s Aradia, gruppo prog tutto al femminile in cui lei recita il ruolo di principale compositrice oltre che di cantante; senza contare lo show degli stessi Presence dedicato interamente alla musica degli Yes e al tributo a Kate Bush (hai detto niente!).

Sophya Baccini incanta anche solo per piano e voce.

Animatesi” è un lavoro interamente basato su pianoforte e voce, suoi primi amori, cui si inserisce la maggior parte dei testi scritti dalla poetessa Viviana Pernetti.

Si tratta di un’opera potente, ma è una potenza che non poggia su volume e distorsione, bensì sulla capacità di sollevare l’anima e di trasportarla in un mondo onirico con un’unica pretesa: chiudere gli occhi e ascoltare.

Già il titolo ha la sua importanza, unendo la parola “anima”, direttamente collegata all’amore per voce e pianoforte, a “matesi”, cioè la conoscenza della stessa.

Anche la copertina è un capolavoro fotografico in cui la protagonista dell’opera è immortalata distesa su un pianoforte, con una veste bianca e sommersa da petali rossi.

L’album si apre con “C’era la luna” in cui testo e musica sono della stessa Sophya.

La title track è un brano emozionale in cui l’anima si contrappone alla razionalità.

“Non vale una guerra” è ispirata al capolavoro letterario del generale cinese Sun TzuL’arte della guerra”, ancora oggi usato da strateghi militari e non solo.

“Angelica” è una poesia che anni fa Viviana Pernetti dedicò a Sophya.

In un contesto come questo sorprende trovarsi di fronte a un brano come “Jimmy”,  scritto interamente da Sophya e dedicato a Jimmy Page, in cui parla dei rapporti deleteri che occorre avere il coraggio di eliminare.

Anche il testo di “Dylan and Joan” è di Sophya, con cui ha voluto ringraziare Bob Dylan e Joan Baez per le emozioni che le hanno suscitato e per essere stati sua grande fonte di ispirazione.

Col testo di “Allodola” la Pernetti ha voluto rappresentare le sensazioni dell’amica durante l’intimità dei momenti musicali nel suo studio.

Viviana è ancora protagonista coi testi di “Lamed”, di “Baruc”, dedicato al filoso Baruc Spinoza e alla sua vita un po’ da rock star, e di “Ponente”, quest’ultima una poesia che chiude l’album alla grande con la frase emblematica “Ponente, che altro vuoi darmi?”.

Al termine dell’ascolto gli occhi si riaprono e resta la sensazione di essere stati avvolti da pura magia.