Gli americani Greenseeker si dimostrano un’entità di alto spessore: hard rock cupo e misterioso ai massimi livelli.

I Greenseeker arrivano da Portland in Oregon e “The wish” è il loro primo album, inserito dal sottoscritto (e non solo) nel novero dei più belli del 2022 appena concluso.

Le loro radici musicali affondano prevalentemente negli anni ‘70, per un connubio di hard, space, psych, prog e dark dal fascino assoluto.

La produzione è volutamente molto vintage, adatta al contesto sonoro che li riguarda.

Tra le loro influenze percepisco, tra gli altri, gli immensi Blue Oÿster Cult, i Coven, i Black Widow, Roky Erickson,…

In realtà i Greenseeker sono molto personali nelle loro interpretazioni.

Intanto hanno la voce femminile, anzi, due, dato che al canto si alternano o duettano la tastierista/organista Lauren Hatch e la bassista Selina Cleary, entrambe pure principali compositrici; però, rispetto alle innumerevoli band con vocalist donne, qui le performances delle due cantanti, seppur ottime, non costituiscono l’attrattiva principale, ma sono una determinante componente di un insieme fantastico.

I Greensekker: rock occulto da Portland

Sì, perché questo album è uno di quegli esordi da ricordare.

L’introduzione di organo di “The iron tree” è maestosa e accoglie un lancinante intervento della solista, prima di svilupparsi con un crescendo che coinvolge le voci e il resto della strumentazione, per un epic progressive meraviglioso.

“The wheel and the stone” ci risucchia in un vortice heavy devastante dove gli sprazzi di luce sono garantiti dalle voci, delicate e magiche allo stesso tempo.

La sezione ritmica è dominante in “Return to the mortal plane”, brano che si avvicina anche a certa n.w.o.b.h.m., quella più doomy e legata ai ‘70.

Atmosfere space and psych sono protagoniste in “Diviner / Charmed apprentice”dove suoni liquidi ci fanno fluttuare a spasso per la galassia.

La psichedelia liquida di “Uncharted realms” è ammaliante e si alterna a riff pesanti su cui declamano voci salmodianti.

“Master of the storm” è un brano che ci regala un prog melanconico di classe infinita e anticipa la title track che è un pezzo variegato e travolgente dove sezione ritmica e tastiere supportano una performance chitarristica di alto livello, all’insegna di una dimensione psichedelica che appartiene al loro dna.

Curiosità ulteriore: l’album al momento è uscito solo in una versione limitata in vinile e si conclude con una bonus track (non presente nelle versioni online), “Lucifer”, cover di una band da culto (estremo) a nome Axas, provenienti dall’Indiana e autori di un 7”, “Lucifer” (1975), e di un album, “Broken dreams” (1979), all’insegna di un hard prog americano di ottima fattura e molto difficili da reperire nella versione originale se non a cifre altissime, fortunatamente nel 2020 è uscita un’edizione in cd che li contiene entrambi con l’aggiunta di un live.

La versione che ne fanno i Greenseeker è eccellente, più heavy dell’originale, e testimonia la grandezza della scena musicale mondiale, dove, se si osa uscire dal mondo mainstream,  ci si può imbattere in incroci inaspettati come questo che permettono di scoprire due grandi band nello stesso momento.

Entità di altissimo spessore, da scoprire.

Band:

Lauren Hatch – keyboards and vocals

Selina Cleary – bass and vocals

Shea Gegan – drums

Max Sigfried – guitars