Roberto Tiranti ci racconta come si può amare una band e per rispetto omaggiarla, ma non copiarla!!
I Wonderworld non sono una band come tante, musicisti norvegesi ed italiani sono uniti dall’amore per gli Uriah Heep e per anni sono stati la band di accompagnamento in concerto, con il nome di Live Fire di Ken Hensley, lo storico tastierista del gruppo. Mantenendo anche una propria identità a nome Wonderworld, dal titolo di uno dei dischi più belli della storica band inglese. Da qualche anno Ken non c’è più, ma è necessario mantenere vivo il suo spirito ed il suo talento. Il cantante e bassista Roberto Tiranti, ci spiega come.
Come nascono i Live Fire e come diventano Wonderworld? Quando, dove e come vi siete conosciuti?
I Live Fire esistono, se non erro, dal 2009. Mi sono unito a loro nel 2013 quando Ken mi ha chiesto di entrare a farne parte poiché il cantante e il bassista originari avevano scelto altre strade.
I Wonderworld sono nati ad Alicante in Spagna, durante le registrazioni dell’album “Trouble”. Ken Ingwersen e Tom Arne Fossheim, (Musicisti norvegesi con molteplici esperienze artistiche, nda), rispettivamente chitarrista e batterista, conoscendomi meglio e sentendo quali fossero le mie attitudini al basso e alla voce, mi proposero questa nuova avventura che ha dato luogo ad un gruppo solido con all’attivo quattro album.
La vostra collocazione è quella dell’hard rock power trio tipica degli anni ‘70, ma sbaglio ad individuarci anche una dinamicità più tipica di certa New Wave of British Heavy Metal? D’altronde, presumo che per motivi anagrafici il vostro background passi anche da lì.
In parte è come dici e sicuramente le nostre radici passano anche da una certa “anagrafica”, ma credo che prevalga sempre e comunque una venatura più rivolta al rock/blues di matrice sia inglese che americana. Diciamo che quello che senti è la somma di tre personalità che in piena libertà esprimono liberamente le proprie individualità.
Come e da chi è nata l’idea del tributo a Ken?
Da tutti e tre! Spesso e volentieri ci troviamo allineati sullo stesso argomento pur non dicendolo direttamente. La perdita di Ken Hensley è stata un pugno nello stomaco, un fulmine a ciel sereno poiché non avevamo idea, nonostante fossimo sempre in contatto con lui, di quanto le sue condizioni fossero precipitate in così poco tempo. Noi amiamo la sua musica ed i concerti erano caratterizzati dal piacere di stare insieme per suonare e cantare le sue immortali canzoni con cui siamo cresciuti. Oltretutto il nostro nome è già di per sé un tributo ad un grande album degli Heep.
L’album si chiude con “The longest night” che compare originariamente su “Trouble”, album del 2013 a nome Ken Hensley & Live Fire; nel brano è presente anche Ken che si alterna con te alla voce solista; il pezzo è quello originario o lo avete ripreso più recentemente?
Il pezzo è stato completamente risuonato, esattamente come “Ready to die” anch’esso presente in “Trouble”.
Abbiamo chiesto di poter utilizzare la traccia originale della voce di Ken e ci è stato concesso.
La tua bravura ti ha portato a suonare con moltissimi musicisti, tutti di livello altissimo; tra questi, oltre a Ken, c’è Vittorio De Scalzi, leader degli immensi New Trolls, anche lui scomparso recentemente. Immagino che sia grande il vuoto che ti hanno lasciato entrambi. Si tratta di due artisti apparentemente lontani, ma io vedo dei punti in comune tra loro: polistrumentisti, compositori, validi cantanti, hard rock/prog/folk nel loro repertorio… Puoi parlarmene un po’? I rapporti con te, similitudini/differenze, curiosità?
Hai centrato nel segno! Entrambi hanno davvero lasciato un enorme vuoto nella mia vita.
Vittorio mi ha voluto nei New Trolls nel 1996, avevo 22 anni e mi ha insegnato il mestiere, sia sul palco sia in studio di registrazione. Mi ha mostrato la strada della musica che è fatta di disciplina, impegno e determinazione, ma sempre col sorriso e cercando di sdrammatizzare. La sua perdita per me equivale a quella di parente stretto. Ci sono molte similitudini fra lui e Ken e posso serenamente dire che gli Uriah Heep hanno in parte influenzato vocalmente/coralmente i New Trolls nel loro periodo prog. Anche con Ken ho perso molto più di un grande musicista, era meraviglioso avere a che fare con lui che è stato uno dei protagonisti della scena rock mondiale. Una delle cose che di entrambi porterò per sempre con me è che non mi hanno mai chiesto di essere diverso da come sono, mi hanno lascito piena libertà. Amo i New Trolls e gli Uriah Heep da che sono bambino, per questo motivo non avrei mai potuto non capire come affrontare i loro repertori.
Eventuali prossimi progetti in studio e dal vivo per gli Wonderworld
Di certo un quinto album di inediti e sicuramente concerti sia in Norvegia che in Italia, Credo che nel 2023 cominceremo a buttare giù nuove idee.