La storia

La recente uscita di questa raccolta edita dalla Temple of Mystery Records offre l’occasione di parlare del gruppo in maniera approfondita.

Ufficialmente, i Pagan Altar nacquero in Inghilterra, nei sobborghi londinesi, nel 1978, preceduti dalle imberbi esperienze dei Liquid Gas (1973-1976) e degli Hydra (1976-1977), ed ebbero come fondatori i fratelli Terry e Alan Jones (rispettivamente voce e chitarra solista).

Saranno inseriti nel filone oscuro della NWOBHM, per cui andranno a far compagnia a Angelwitch, Witchfinder General, Witchfynde, Cloven Hoof, Holocaust,…

Il loro sound non può essere definito doom a tutti gli effetti, perché si porta dietro elementi hard prog, folk ed epici, sempre dal tipico sapore british.

Nonostante la qualità del materiale registrato, gli anni ‘80 non vedranno uscite discografiche da parte della band, salvo un omonimo demo autoprodotto nel 1982 che sarà poi ristampato non ufficialmente in lp nel 1995 (Doom Records) e in cd nel 1998 col titolo di “Volume 1” (Oracle Records) per arrivare finalmente alla ristampa ufficiale nel 2005 da parte della Black Widow Records (lp e cd) intitolata “Judgement of the dead”, proprio negli anni in cui la band si ripresenterà con due album clamorosi come “The lords of hypocrisy” (2004) e “Mythical and magical” (2006), cui seguirà nel 2017 lo splendido “The room of shadows”.

La disomogeneità cronologica tra storia della band e uscite discografiche, unita alle qualità  del gruppo e all’alone da culto, fa venire in mente gli americani Pentagram.

“The story of Pagan Altar 1976-2007” non è una raccolta utile a chi volesse conoscere il gruppo, per quello non ha che da ricorrere alla discografia disponibile (ristampata sempre dalla Temple of Mystery Records nel 2019), bensì  è perfetta per chi vuole avere tutto, comprese registrazioni particolari.

Il primo brano, “Narcissus complex”, è un hard blues acerbo (Alan Jones aveva 13/14 anni) e proviene dal repertorio dei Liquid Gas del 1976, poco prima di trasformarsi in Hydra, cui appartiene il secondo pezzo “Toe the line” del 1977 che è decisamente più sabbatiano.

“In the wake of Armadeus” e “The black mass” provengono dal demo omonimo dell’82 e compariranno nelle varie edizioni di cui sopra. Siamo nella fase più doomeggiante.

“The witches pathway” è in pieno stile NWOBHM, tiratissima e oscura allo stesso tempo; la versione presente qui fu registrata nel 1986 in una fase in cui il gruppo era tecnicamente sciolto anche se stava valutando di riformarsi; il brano verrà poi inserito in “Mythical and magical” in una nuova versione.

“The aftermath” proviene dalle stesse sessions del brano precedente e ci mostra i Pagan Altar in una versione più epica, per poi esplodere in un finale pirotecnico; anche in questo caso il brano, rivisitato, vedrà la luce su “The lords of hypocrisy”.

Nel 1991 la situazione era di stallo e i fratelli Jones, sotto il nome di Malac’s Cross (1990-2000),  ci regaleranno due perle nelle quali emergerà una vena più hard prog in cui compariranno anche le tastiere. Da notare che dal 1994 farà parte di questa incarnazione anche la vocalist Jennifer Jones, sorella di Terry e Alan.

“Movin’ on” è un’esclusiva di questa raccolta, mentre “Reincarnation”, già presente nel primo demo e poi inserita sul mini “The time lord” del 2005 e su “Judgement of the dead”, in questa versione è contraddistinta da un sapiente uso del synth.

Gli ultimi due brani, “Walking in the dark” e “Narcissus complex”, provengono dal repertorio dei Liquid Gas, ma, in questa versione tratta da session del 2007, furono proposti nello stile variegato che caratterizzerà la band nella prima decade del 2000. La prima comparirà su un 7” split con gli americani Jex Thoth nel 2008, mentre entrambi i pezzi saranno inseriti in un 7” del 2013.

Pagan Altar… è proprio scoprire band di questa grandezza che giustifica approfondire la propria passione per la musica.