Avvicinarsi al nuovo disco dei Muse, il nono di studio in cinque lustri di attività, non è stato facile. Dopo il precedente “Simulation Theory” che aveva visto i nostri avvicinarsi sempre più a suoni sintetici, il timore di un ulteriore ammorbidimento del sound era dietro l’angolo. Motivo per cui, ho volutamente evitato di ascoltare in anteprima qualsiasi singolo, per arrivare all’ascolto personale senza il minimo pregiudizio.

E ora che da giorni il vinile gira ininterrottamente sul mio piatto devo dire che questo “Will The People” si candida seriamente ad essere nella mia “top five” di questo 2022. Finalmente i nostri hanno recuperato quel suono di chitarra che tanto ci era mancato negli ultimi album.

Ecco perché riscoprirlo nella splendida e potentissima “Won’t Stand Down” con echi addirittura korniani e nella quasi industrial “Kill Or Be Killed”, è stato come ritrovare un brivido dimenticato. Mentre l’amore mai celato  di Bellamy e soci per i Queen compare con prepotenza nella lineare “Liberation” e nei tocchi commoventi di “Ghosts”.

Personalmente ritengo che il vero capolavoro sia “Verona”, cinque minuti di emozioni accompagnati da delay e riverberi dai toni shoegaze, suoni assolutamente inediti per i Muse.

Mentre la title track è il nuovo inno da stadio che li accompagnerà per i lunghi tour mondiali che il trio inglese sosterrà per tutto il 2023.

Come sempre impeccabile la produzione, che di fatto da anni identifica il suono del trio britannico, come uno dei più originali ed efficaci del terzo millennio.

Può sembrare fuori luogo parlare di sorpresa per un nuovo album dei Muse, ma è tale. Anzi è una magnifica sorpresa.

I dei del rock sono tornati!!

Muse:

Matthew Bellamy: voce, chitarra, poanoforte

Chris Wolstenholme: basso, voce, armonica

Dominin Howard: batteria, percussioni, cori

Dominic Howard – batteriapercussioni, cori

Chris Wolstenholme – basso, voce, armonica

Dominic Howard – batteriapercussioni, cori