“Venghino signori, venghino!” in questa stratosferica time machine.

Facciamo un excursus nel tempo per conoscere i G.O.L.E.M. (acronimo di quello che è il titolo dell’album) nuovo progetto che vede coinvolti il talentuoso Paolo Apollo Negri (organo e synth), già con i grandissimi e rimpianti Wicked Minds, Emil Quattrini (piano e mellotron), Francesco Lupi (batteria), Marco Zammati (basso) e Marco Vincini (voce).

Sì, perché qui non siamo al cospetto di una band e di un disco ispirati alla musica dei seventies, bensì siamo proprio in quegli anni, piú precisamente all’inizio dei ‘70 dove il gruppo è radicato per suoni, composizione, immagine, spirito e attitudine.

I territori da esplorare sono quelli del dark sound inglese intriso di hard rock e progressive alla stregua dei “contemporanei” Quatermass, Atomic Rooster, Still Life, Dr.Z… con spruzzate di psichedelia e krautrock.

L’album è straordinario, a partire dalla copertina che, abbinando teschio e fiori, non può evitare di ricordarci gli Still Life, band avvolta dal mistero e autrice del capolavoro omonimo.

L’ascolto dei brani comporta un viaggio attraverso sentieri cosmici, torrenti impetuosi nelle viscere  della terra e abissi oceanici.

Il compito di mettere le cose in chiaro spetta all’attacco frontale di “Devil’s gold” dove un organo svalvolato non fa rimpiangere l’assenza della chitarra; tanta potenza è intervallata da un momento più dilatato e sognante.

“Five obsidian sea” ci traghetta nello spazio e ci delizia con un crescendo progressivo meraviglioso dove l’interpretazione vocale di Marco Vincini (enorme sorpresa) è da brividi nella sua drammaticità.

“The logan stone” è un brano che gioca sul perfetto equilibrio tra parti hard rock e momenti prog.

L’inizio di piano di “The man from the emerald mine” ci introduce ancora in una dimensione hard prog dove dominano svisate di organo su un magnifico tappeto di mellotron.

In “Marble eyes” il prog si miscela sapientemente con passaggi cosmo-psichedelici e ci regala un’altra prestazione super del cantante.

L’onere di condurci al termine di questo fantastico viaggio è lasciato ai 10 minuti della title-track in cui un riff di organo di gypsiana memoria ci conduce in territori ad alta densità progressiva in cui viene sciorinato tutto l’arsenale tastieristico in dotazione per un finale col botto.

Inutile rimarcare il lavoro di Apollo Negri e Quattrini; della voce di Vincini abbiamo detto; un plauso alla sezione ritmica, perfetta nell’accompagnare tanta grazia.

Siamo a maggio, ma posso già asserire che questo sarà uno degli album dell’anno!

Prodotto dai G.O.L.E.M.

Musica e testi di Paolo Apollo Negri, eccetto “Devil’s Gold” e “Five obsidian suns” dove è coadiuvato da Marco Zammati

Artwork by Garden of Earthly Delights