Questo giovane trio svedese attivo dal 2012 giunge in realtà solo ora al secondo album proponendo un interessante incrocio tra metal/post punk e death n’ roll ma strizzando sempre e comunque l’occhio a ritornelli più groovy e di facile presa. A conferma di quanto detto lo si comprende fin dalla iniziale ( dopo una breve intro) “ A Barren State” quando la voce quasi in growl del bravo singer Richard ben si amalgama con una ritmica un po’ sbilenca raggiungendo un risultato di sicuro effetto. La successiva title track prosegue il discorso intrapreso con l’opener mentre la successiva “Empty Halls” rivela il lato un po’ più doom della band con chiari riferimenti ai magnifici Solstafir.
Ritmiche rock con passaggi prettamente post punk sono alternate in maniera quasi surreale nella magnifica “Run To Seed” e il crescendo finale la erge sicuramente come il pezzo più riuscito dell’intero lavoro. Concludendo è comunque l’intero album a non presentare mai momenti di stanca e a lasciare l’impavido ascoltatore sempre con un grosso punto di domanda su come possa evolversi il pezzo successivo. Imperdibile.