Sobria ed elegante, come il frontespizio di un’opera accademica, appare la copertina di “Sheltering Skies”, album suonato e registrato dal vivo nel 1982 a Fréjus (Francia meridionale). Protagonisti del concerto sono nientemeno che i King Crimson di Robert Fripp, che nel 1981 ha dato vita alla quarta reincarnazione del progetto, affiancato dal fedele Bill Bruford e da due nuovi musicisti: Adrian Belew (già chitarrista di Frank Zappa e David Bowie) e Tony Levin (già bassista di Peter Gabriel). La formazione del nuovo Re Cremisi è ancora giovane, ma ha già pubblicato due album in studio (“Discipline” nel settembre del 1981 e “Beat” nel giugno del 1982) al momento del live a Fréjus il 27 agosto del 1982, che vede la band sul palco (oltreché in tutto il tour) in apertura ai Roxy Music. C’è quindi molto materiale da proporre al pubblico, che nella notte di Fréjus si dimostra pronto ad accogliere Fripp e compagnia con entusiasmo.
La più parte dei brani suonati proviene da “Discipline”. “Thela Hun Ginjeet” e “Elephant Talk” ammaliano per la loro frenesia; “Matte Kudasai” concede invece una pausa romantica e meditativa; “Indiscipline” funge da ponte musicale tra i nuovi King Crimson e quelli degli ultimi lavori degli anni ’70. C’è poi “The Sheltering Sky”: un capolavoro, brano acribico, cesellato, minuzioso, disciplinato come la rinnovata personalità musicale di Robert Fripp vuole essere. Tre sono i pezzi tratti da “Beat”: “Neal and Jack and Me”, dall’inaspettato finale melodico, quasi drammatico; “Heartbeat”, tipico esempio di pop crimsoniano anni ’80; “Waiting Man”: arabesco ritmico, brano labirintico in cui Bruford sfrutta la formazione di Belew come batterista, con il quale dialoga a suon di percussioni. Non mancano, infine, richiami al passato: “Red” e “Lark’s Tongues In Aspic II: Part II”, tra i brani dei King Crimson delle fasi precedenti che sono ben intonati con le nuove sonorità del gruppo.
Pubblicato più di quarant’anni dopo la rinascita del Re Cremisi, “Sheltering Skies” è il primo album live con la nuova formazione ad essere pubblicato su vinile. Si tratta di un documento importante per testimoniare la reazione del pubblico dell’epoca al ritorno di Robert Fripp e dei King Crimson, i quali, in maniera sì e non sorprendente (dati i soggetti in questione), miscelano creativamente elettronica, dance e metal, offrendo un originalissimo prodotto pop curioso e straniante. Questo lavoro è, inoltre, almeno secondo il parere del sottoscritto in quanto giovane suonatore e ascoltatore, una prova del fatto che i King Crimson hanno segnato una tappa musicale di cui ancora non sono esauriti gli insegnamenti da seguire e rielaborare.
P.S. A tutti gli epigoni: non è musica per vecchi!!