La creatura progressiva The Tangent torna sulla scena con “To Follow Polaris”, il suo tredicesimo album in studio, uscito a maggio per l’etichetta InsideOutMusic. Questa volta, però, tutto il lavoro è da attribuirsi unicamente al creatore del progetto, il (non più solo) tastierista e cantante Andy Tillison, fondatore della band, che ha deciso di cimentarsi in una scalata in solitario, dalla composizione prima del materiale fino alla sua pubblicazione.
Il disco è, nel complesso, sonoramente propositivo. Non mancano i riferimenti musicali da sempre cari alla band, che si ispira esplicitamente ai giganti del prog settantiano, pur senza perdere l’obiettivo di proporre qualcosa di moderno e, nel caso di “To Follow Polaris”, anche elegante e raffinato.
Il ritornello di “The North Sky”, brano d’apertura, è accattivante e rimane in mente con facilità; il pezzo mischia elettronica, organo e tastiere con grande energia, riuscendo ad intrattenere l’ascoltatore fin da subito. Si transita anche per territori meno rock e più funk e jazz, la qual cosa fa meglio capire perché Andy Tillison menzioni, tra i suoi modelli, artisti come Earth, Wind & Fire e Return To Forever, accostandoli a nomi più prevedibili quali Gentle Giant, Yes e Van Der Graaf Generator. Più cupa ed intrigante si presenta “A Like in the Darkness”; quieta e morbida eleganza, invece, si può udire in “The Fine Line”, dove risuona l’eco degli Steely Dan.
È il turno di “The Anachronism”, una suite di oltre 20 minuti che si fa apprezzare un po’ alla volta, si lascia scoprire lentamente; come ogni brano lungo e complesso, ha bisogno di tempo per conquistare l’orecchio dell’ascoltatore. Il pezzo presenta tuti gli elementi che caratterizzano “To Follow Polaris”: sezioni concitate alternate a ritmi più lenti e distesi, armonie vocali ben calibrate, massiccio intervento delle tastiere e sventagliate melodiche di forte entusiasmo strumentale. Se ad un primo ascolto si sottovaluta “The Anachronism”, basta un secondo tentativo per riconoscerne il valore artistico e musicale. In chiusura “The Single”, brano dalle sonorità più classiche che provoca un’euforia da stadio.
“To Follow Polaris” è, senz’altro, un lavoro interessante, musicalmente equilibrato e soprattutto ambizioso, se consideriamo che è esclusivamente frutto dell’opera mentale e manuale di Andy Tillison, il quale prosegue nella sua missione di rendere la musica una fonte di speranza per un mondo più felice di quello in cui ora viviamo, ancora bisognosi di una stella che ci sappia indicare la diritta via. Dunque, altro non ci resta che seguire la stella del nord!