L’uscita del nuovo album “Them” è un’ottima occasione per parlare dei Presence, talentuosa band napoletana operante dalla fine degli anni ‘80.
Si tratta di un gruppo heavy prog dalle forti contaminazioni dark & gothic, ma, guardando il background dei suoi componenti storici, anche classiche: Sophya Baccini (già menzionata su queste pagine con i suoi progetti “Aradia” e “Animatesi“, figlia di un tenore e a sua volta vocalist, pianista, autrice e insegnante di canto; Enrico Iglio, musicista di terza generazione, qui nelle vesti di tastierista e percussionista; Sergio Casamassima, chitarrista laureato al Los Angeles Guitar Institute of Technology.
Guardando la cronologia, si può dire, senza timore di essere smentiti, che sono metal prog da quando il genere era agli albori, hanno anticipato i riferimenti al dark sound italiano, cosa molto in voga qualche anno dopo, e, soprattutto, si sono presentati con una frontwoman parecchio in anticipo rispetto alla situazione odierna in cui il rock si declina molto al femminile.
Detto questo, hanno una discografia di tutto rispetto, partendo dal primo minilp “The Shadowing” (1990), per poi proseguire con “Makumba” (1992), “The Sleeper Awakes” (1994), “Black Opera” (1996), “Gold” (2000), “Evil rose” (2008) e “Masters and following” (2016).
L’anima progressiva che li contraddistingue e la loro versatilità sono ben rappresentate dalle cover con cui hanno più volte reso omaggio a importanti band/artisti: “The prophet’s song” dei Queen, “Gates of Babylon” dei Rainbow, “The house on the hill” degli Audience, “Freewheel burning” dei Judas Priest e “This town ain’t big enough for the both of us” degli Sparks; senza contare le partecipazioni ai tributi “King Of The Witches” (Black Widow), “…E Tu Vivrai Nel Terrore” (cinema horror) e “Not For This Earth” (film di fantascienza), oltre che la suite “A Giuseppe Verdi” contenente la rivisatazione in chiave rock di quattro romanze del compositore parmense.
Premesso tutto ciò, diventa più semplice affrontare mentalmente la follia compositiva che da sempre contraddistingue la band e che subito emerge dall’ascolto del nuovo “Them”.
Inoltre, anche la copertina manifesta palesemente il loro lato oscuro, presentando Praga di notte con il suo ponte sulla Moldava che collega il quartiere di Mala Strana al centro della città, mentre numerosi corvi dominano la scena.
I dieci minuti travolgenti di “The undead” aprono l’album e con la loro alternanza di passaggi heavy, acustici, sinfonici e, soprattutto oscuri, manifestano un’introspettiva sul tempo che passa celebrata dalla estesissima voce di Sophya, dalle scorribande tastieristiche di Enrico e dal gusto chitarristico di Sergio.
Un organo svalvolante introduce “Aftermath”, brano potente, solenne e variegato, basato sulla casualità che determina l’evolversi della vita.
Un attimo di tregua con il breve strumentale “Dance macabre”, in cui orchestrazioni gotiche, determinate dalle tastiere, sono assolute protagoniste.
L’arrembante “To each other” è assolutamente attuale in quanto descrive alla perfezione, anche attraverso l’uso di effetti cinematografici, il percorso che porta alla guerra e come questa possa degenerare in un batter d’occhio.
L’ambizione della band emerge tutta negli oltre ventitre minuti della title track, in cui per “Them” (coloro) si intendono quelli che vogliono solo fare del male gratuitamente, solo per sentirsi unici; musicalmente, ci si trova di fronte a una suite per gruppo e orchestra, ispirata ad autori del primo novecento come Stravinsky e Berg, dove le partiture classiche si uniscono con le corde della chitarra e quelle vocali di Sofia.
Per rifiatare, un breve brano con assolo di voce, “Drawbridge 1501”, che fa riferimento all’anno di nascita di Anna Bolena.
“Stige” è uno strumentale adatto ad attraversare meandri infernali in cui Casamassima offre il meglio di sè.
Ci vuole coraggio per affrontare la vita e accettarne le prove che essa pone davanti… riflessioni su questo sono contenute nel brano finale, “If you dare”, che è quello più vicino alla forma canzone, dove i virtuosismi dei componenti della band si amalgamano alla perfezione in una prestazione sontuosa.
Presence, eccellenza italiana per chi ama la musica fuori da schemi… da ascoltare scevri da distrazioni e pregiudizi.
Band:
Sophya Baccini – voce
Sergio Casamassima – chitarre e basso
Enrico Iglio – tastiere e percussioni