Anche nel blues non mancano perle musicali in arrivo dall’underground statunitense, praticamente sconosciuto nel nostro paese ma in grado di regalare grande musica, anche grazie a band dall’elevato spessore tecnico come i Diego Mongue Band.

Il quartetto, abbastanza avaro di notizie sulla sua giovane storia, è composto oltre che dal polistrumentista, batterista e figlio d’arte Diego Mongue (sua madre è Gina Coleman dei Misty Blues con cui ha collaborato), dalla bravissima cantante Chantell McFarland, dal bassista Chase Bradshaw e dal chitarrista e batterista Cameron Bencivenga.

L’album consta di otto brani per poco più di mezz’ora di straordinario blues/jazz/rock/fusion suonato ad un livello tecnico altissimo, che ricorda non poco le opere licenziate negli anni settanta, quando far amoreggiare i generi descritti era all’ordine del giorno.

La Diego Mongue Band sa muoversi con destrezza tra uno spartito che incorpora così tanti umori e contaminazioni senza perdere mai la bussola.

Splendida interprete di cotanta sagacia musicale, Chantell McFarland riece ad emozionare soprattutto quando il blues prende la guida del sound facendone uscire brani sanguigni come “44 Blues”, cover risalente ad un brano degli anni ’20 e celebre per la versione data dal grande Howlin’ Wolf trent’anni dopo, e “Sleepless Night Blues”, un delta blues drammatico e paludoso.  Straordinario per perizia tecnica e coinvolgente quando la band si muove in territori classic blues, l’album risulta una vera sorpresa ed uno dei dischi più convincenti per quanto riguarda il genere di questi primi mesi dell’anno. Imperdibile