Nuovo capitolo musicale per il polistrumentista britannico Steven Wilson, personalità ormai affermata nel panorama rock e prog contemporaneo. Con “The Harmony Codex” il leader dei Porcupine Tree vuole proporre qualcosa di nuovo, un prodotto libero da modelli precedenti e da qualsivoglia etichetta di genere.
La forza del disco sta nella commistione equilibrata tra rock ed elettronica, dove piano, chitarra acustica e sintetizzatori collaborano armoniosamente. Si tratta di un’opera eterogenea ma coerente, in cui ogni traccia offre degli spunti musicali diversi, senza per questo perdere un legame concettuale e artistico con le altre.
Il pezzo d’apertura, “Inclination”, è un’anteprima di ciò che attende l’ascoltatore nel corso di tutto l’album: un costante gioco di prestigio tra pulsazioni elettroniche e sonorità acustiche. “What Life Brings”, invece, è una ballata prettamente acustica, impreziosita da elaborate armonie vocali, che altrove nel disco riescono ad ammansire l’istinto elettronico dei brani, come in “Economies of Scale”, dai toni più introspettivi e delicati.
Con “Impossible Tightrope” si assiste a qualcosa di inaspettato: dieci minuti di sfogo strumentale imprevedibile ed entusiasmante, un viaggio sonoro ricco di suggestioni musicali, che potrebbe essere a sua volta il punto di partenza di un altro album. Wilson, con doti da regista, gestisce con maestria le dinamiche del brano, alternando momenti di tensione e concitazione a momenti più quieti e distesi. Suoni aperti di archi, arpeggi acustici e riff elettrici, cavalcate alla batteria, assoli di sax che potrebbero ricordare gli illustri King Crimson, e poi ancora altro: solennità grazie all’ingresso del coro, passaggi soul e soli di tastiere sorretti da un basso prepotente. Un pezzo musicalmente immaginifico, una sorta di cortometraggio musicale.
“Rock Bottom” è una ballata appassionata e travolgente, dal tono melodrammatico; è cantata e suonata assieme all’artista israeliana Ninet Tayeb, frequente collaboratrice di Wilson. In “Beautiful Scarecrow” si dà spazio ad una sezione ritmica nervosa ed incalzante. “The Harmony Codex”, brano che dà il titolo all’album, avvolge l’ascoltatore con le sue spirali di sintetizzatori. Ancora una volta piano, chitarra acustica e colpi di elettronica procedono assieme in “Time Is Running Out”, che procede in crescendo fino al finale, aperto e sognante. Torna la tensione con “Actual Brutal Facts”, pezzo scandito da un riff di chitarra elettrica incisivo e tagliente. “Staircase” è una degna conclusione dell’intero album: un mix epico di rock ed elettronica, la cui coda fa da contraltare intimistico a “The Harmony Codex”.
Oltre che per la succitata mistura tra elettronica e rock acustico (ma anche elettrico), il disco stupisce per la sezione ritmica molto sviluppata e sofisticata di alcune tracce (su tutte, “Impossible Tightrope”, “Actual Brutal Facts” e “Staircase”). Interessanti anche le armonie vocali in “What Life Brings” e soprattutto in “Economies of Scale”. L’aspetto più pregevole, però, è l’equilibrio nelle dinamiche all’interno dei singoli brani e in tutta l’opera, tratto che rende “The Harmony Codex” un esempio di cinema per le orecchie, come suggerito dallo stesso Steven Wilson. Dunque, buona visione!