I Creeper sono una band inglese proveniente da Southampton e si sono formati nel 2014.
La band viene fatta rientrare nel genere theatrical gothic rock – horror punk (cit. Discogs) e la definizione è abbastanza centrata, ma questa caratteristica che condurrebbe a un’idea musicale tendente a comprimersi in un contesto oscuro, qui in realtà prende aria e va a dispiegarsi in brani aperti e coinvolgenti, il tutto unito a una notevole capacità di scrivere canzoni.
Questi aspetti sono elemento comune in tutta la loro discografia costituita da una manciata di ep e singoli, seguiti, nel 2017, dall’album “Eternity in your arms” che ha raggiunto la diciottesima posizione nella classifica in Inghilterra con la sua urgenza punk, mentre nel 2020 è la volta di “Sex, death & infinite void”, capace di piazzarsi al quinto posto grazie a una marcata verve glam.
Il 2023 vede l’uscita del nuovo album “Sanguivore” dove le composizioni si fanno ancora più mature mantenendo gli elementi di cui sopra.
Tutto ciò si evidenzia già dal primo brano “Further than forever” dove riff heavy conducono in un brano variegato dalle caratteristiche musical / teatrali che tanto ricordano il grande Meat Loaf dei “Bat out of hell I/II” con continui cambi di tempo, il piano in evidenza insieme a voce e cori maestosi, per nove minuti di pura magia.
I singoli “Cry to heaven”, col suo mid-tempo e il refrain superlativo, e “Teenage sacrifice”, con la sua vocazione mainstream, sono destinati a trascinare l’album verso le zone alte delle chart.
Il ruolo di pezzi d’impatto spetta a “Sacred blasphemy”, veloce e aggressivo con i suoi rimandi a Glenn Danzig, a “Lovers led astray”, col suo hard rock che richiama certi Cult, e a “Chapel gates” che odora di quel punk’n’roll tanto caro a Michael Monroe e i suoi Hanoi Rocks.
“Black heaven” fa emergere l’anima gotica alla The 69 Eyes, mentre una menzione particolare spetta alle due ballate: “The ballad of Spook and Mercy” e “More than death”; nella prima, fascinosa e drammatica, la voce assume tonalità che sembrano un mix tra David Bowie, Lou Reed e Tilo Wolff dei Lacrimosa, mentre nella seconda, posta in chiusura di album, ritornano i riferimenti al mondo Meat Loaf.
Un album bellissimo, maturo, dove la potenzialità elevata delle parti vocali, già evidente nelle produzioni precedenti, si unisce a varietà e qualità compositive poco comuni.
Will Gould – voce
Hannah Greenwood – tastiere, voce
Ian Miles – chitarra, cori
Sean Scott – basso, cori
Jake Fogarty – batteria