“Ennio” di Giuseppe Tornatore (Lucky Red, 2022)
In un periodo dove tutti sembrano avere la necessita di creare uno spazio per elargire la propria conoscenza, dove anche un bambino apre un canale youtube e pontifica su ciò che vuole, dove un ragazzino fa podcast di finanza, politica o calciomercato e pretende l’attenzione. In un periodo dove l’informazione superflua, su tutto e tutti è soffocante, io sento l’esigenza di fare un passo indietro e di ampliare la conoscenza, di scoprire cose nuove, nuovi suoni, di approfondire spazi artistici solo sfiorati.
E capire di essere piccolo è una sensazione gratificante, ti mette in relazione con te stesso e con la voglia di andare oltre. Ieri sera ho assistito all’anteprima di questo capolavoro e per due ore e mezza sono stato rapito dalla potenza del genio di Ennio Morricone, raccontato con la maestria di un grande regista, ancora magnificamente artigiano come Giuseppe Tornatore, con le testimonianze di decine di artisti, dal mondo accademico (notevoli gli interventi del compositore Alessandro De Rosa, biografo del maestro), di colleghi, critici, personaggi del cinema (i ricordi di Sergio Leone da soli valgono il film…), della letteratura, della musica colta e rock.
Ci sono Bruce Springsteen, James Hatfield de Metallica, ma vi aspettereste di vedere Mike Patton dei Faith No More che si commuove parlando del maestro Morricone?
E la risposta emotiva è uguale: a tutti brillano gli occhi quando ricordano il maestro!!
In questo capolavoro c’è la vita, dalle origini umili, passando per lo studio della tromba imposto dal padre, il passo verso la composizione, il grande successo, mai cercato, gli scontri con i suoi stessi insegnanti, che mal vedevano il lavoro per il cinema, considerato di serie B, motivo di grande frustrazione per Morricone (ci saranno poi le scuse ufficiali del mondo accademico), l’importanza della moglie Maria, i premi, gli Oscar…
Ma su tutto emerge un’amore immenso, al limite dell’ossessione per non dire pazzia per la musica (non solo per il cinema e il pop, la parte dedicata al Morricone sperimentale è clamorosa). La musica che diventa ossessione, riconoscenza e divinità. Un film così ti riporta all’essenza del mistero della musica e mi conferma che le cose da capire sono ancora tante.
Ci vorranno decenni, forse secoli, per comprendere fino in fondo la grandezza e il talento di Ennio Morricone e la sua arte, verrà messa accanto ai giganti del passato, da Mozart a Schubert a Bach a Beethoven. A chi gli prospettava questa cosa il maestro rispondeva infastidito e con umiltà che era impossibile. Ma siamo in tanti a contraddirlo con rispetto per dirgli che invece andrà proprio così.
GRAZIE MAESTRO, GRAZIE ENNIO!!