Dalla provincia di Vicenza arrivano i Black Reflex, che mantengono viva la tradizione delle band di puro heavy metal. Il loro debutto omonimo su Andromeda Relix, è la dimostrazione che si può suonare attuali e freschi, senza per questo dimenticare le radici. Nove tracce cariche di energia, con una cantante donna che domina con coraggio due chitarre ed una ritmica. Abbiamo incontrato il batterista Giovanni Angiolin, per farci raccontare presente e futuro della band.

Cosa vi aspettate da questo debutto. Quali sono i reali obiettivi della band?

I reali obiettivi della band sono quelli di cercare di proporre la propria musica ed il proprio feeling. Con lo scopo di arrivare al pubblico di capire la nostra passione.

Secondo te qual è il vostro pubblico? Nostalgico, nuovi appassionati di metal o cosa? E non pensi che i mille generi e sottogeneri non siano più dannosi che utili agli ascoltatori di metal?

Non pretendendo di avere un pubblico personale, ma da pubblico (perché tale mi considero), penso che ogni genere od innovazione venga proposta per far “godere e sognare” gli amanti della musica. Quindi va tutto bene se non viene concepita solo con scopi commerciali.

Adesso che l’album è fuori cambiereste qualcosa? Cosa vorresti migliorare?

Non vorremmo cambiare assolutamente nulla. Noi siamo questi. Quello che senti è Black Reflex al 100%.

Quando scrivete un pezzo, andate a ruota libera, o lavorate solo su quello che pensate sia stilisticamente affine a voi?

Quando componiamo pensiamo in primis a cercare di far provare la stessa emozione che stiamo provando noi in base alla struttura della canzone. Ovvio che qualche considerazione la facciamo, magari cercando di pensare cosa l’ascoltatore vorrebbe sentire. Ma senza mai snaturare quello che siamo.

Oggi molta della visibilità delle band underground si misura con l’utilizzo dei social, con il rischio che ci sia una gran confusione.

Nessun rischio se l’uso è fatto esclusivamente per condividere emozioni e perché no pareri contrastanti e negativi.

Perché pensi che l’heavy metal in Italia sia ancora una musica da spiegare, mentre anche solo in Svizzera, viene trasmessa in diretta sui canali nazionali?

La colpa o chiamal come vuoi, è degli italiani e di tutti gli addetti ai lavori. Quante copertine di riviste hai visto in 40 anni, con band italiane? Forse due e sempre le stesse.

Avete già nuovi pezzi? Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo album?

Abbiamo molte nuove idee ed il nostro intento è quello di crescere musicalmente e, ribadisco, la stessa passione del primo giorno.

Una curiosità: hai ascoltato il nuovo album degli Iron Maiden, cosa ne pensi? Secondo te dai gradi maestri c’è sempre da imparare, anche dopo tanti anni di attività?

Premess! Questo è solo un parere personale e non la voglia di cercare polemica. Non mi fa tanto impazzire “Senjutsu”, ma dopo sedici album, con la media di 8/10 canzoni per disco, sono circa 150 canzoni scritte. Non potendo, ovviamente, cambiare filone o genere ad ogni produzione, è chiaro che il rischio di ricadere nel già sentito o già fatto ė alto. Non è assolutamente facile rimanere ad alti livelli anno dopo anno e riuscire a rinnovarsi. Qualcuno dice: bene allora ritiratevi. E perché mai dovrebbero farlo? È la loro professione, è la loro passione. Sono un gruppo che vende ancora tantissimo e ai loro concerti hanno ancora un pubblico di 30.000 persone. Io credo che “Senjutsu” sia un album “maturo”, e perché no, siccome gli Iron sono una azienda, sia stato fatto anche in ottica di una realizzazione live impeccabile senza “spaccarsi”.

Dimmi un gruppo/artista non metal che ti piace e perchè?

Ci sono molti artisti che non mi piacciono, ma parliamo sempre di gusti personali, e quindi non sta a me giudicare chi lo fa di professione. Posso semplicemente non comprare i loro dischi. In sintesi che senso ha fare nomi, in quanto sempre opinabili da altri. Sempre di parere personale si tratta.

I BLACK REFLEX sono su facebook

Black Reflex biografia

I Black Reflex si formano nell’area vicentina nel 2018 dall’incontro tra il batterista Giovanni Angiolin (ex H.Kristal, Arthur Falcone, Xipe e l’importante progetto solidale Metalhead United), il chitarrista Davide  ‘Ian’ Valle (ex X Hero, Crisalide) e il chitarrista Diego Trestin (ex Crisalide). Dopo un anno di prove e ricerche, vengono arruolati il bassista Alessandro Pereni (dei Kross of Kaoss) e la cantante Francesca Battistini (con esperienze in cover band e un’importante collaborazione con i White Skull), che sin da subito si rivela una figura centrale nel progetto Black Reflex. Il materiale scritto viene elaborato e registrato negli Haunted Recording Studio, sotto la guida di Nicola Frigo e Alberto di Carlo. Il master viene apprezzato dall’Andromeda Relix, con cui la band stipula un accordo per la pubblicazione del disco di esordio. Ed ora “Black Reflex”, nove brani che sono una sintesi di heavy metal classico e moderno, con sciabolate di chitarre, una ritmica potente e la voce di Francesca sempre dominante, è pronto per conquistare tutti i veri fan del metal!