Riva del Garda è una perla situata nell’estremità nord del più grande lago italiano.

Si tratta di un posto magico, ricco del fascino dato dall’ambientazione lacustre e dalla cornice montana che con la valle del Sarca apre verso il cuore di quella meraviglia che è il Trentino Alto Adige.

Ma questa cittadina non è solo caratterizzata dalla suggestività del luogo, bensì anche dal fatto di avere un’anima rock che si è estrinsecata dando alla luce almeno tre band di assoluto rilievo: Men of Lake, Runaway Totem e, da una costola di questi ultimi, Universal Totem Orchestra.

Mentre i primi si muovevano intorno alle coordinate di un progressive classico, gli altri hanno preferito seguire strade vicine al mondo Zeuhl creato dai Magma.

Roberto Gottardi, leader e spirito guida dei Runaway Totem

Ho un legame particolare con i Runaway Totem, non solo per via della loro musica, nemmeno per il fatto di essere stati una delle prime band prodotte dalla Black Widow Records, ma per essere stati la “causa” della mia ormai lunghissima amicizia con il nostro caporedattore Gianni Della Cioppa, dato che fu tramite lui che mi procurai la mia copia autografata del primo disco “Trimegisto” del 1993.

Proprio da quest’opera inizia il percorso trentennale della band che partorirà diversi album attraverso alcuni cambi di etichetta, per tornare, circa un lustro fa, alla Black Widow Records nel pieno della propria consapevolezza musicale in cui i territori magmiami si fondono alla perfezione con la musica cosmica tedesca, in particolare col mondo Amon Düül II, alla costante esplorazione di altre dimensioni in cui ricercare e trovare risposte relative alle origini della vita nell’universo; senza dimenticare anche le ovvie influenze di Hawkwind, Gong e Van Der Graaf Generator.

Da qui “Creators”, il nuovo lavoro in cui Roberto “Cahal” Gottardi, polistrumentista, leader nonché membro storico del gruppo, è coadiuvato dalla Intergalactic Totem Arkestra, un ensemble di musicisti straordinari che contribuiscono ad elevarne enormemente il livello e di cui parleremo nell’excursus dei brani.

L’opera è divisa in due parti, “Creators” e “Red star”, che corrispondono ai lati della versione in vinile.

Il viaggio cosmico inizia con “Viators” dove l’obiettivo alieno di arrivare sul pianeta Terra è rappresentato dalla base sonora garantita dalla sezione ritmica di Gottardi e Simone Caruso su cui si esprimono gli interventi di flauto e sax da parte del mitico Martin Grice (Delirium) e dei vocalizzi dell’immensa Sophya Baccini.

L’atterraggio extraterrestre presenta esseri superiori, simili a divinità, ed è descritto da “Advent deus” in cui ancora il sax di Martin e la voce di Sophya, uniti alle scorribande chitarristiche e ai ritmi jazzati, guidano l’ascoltatore.

“Betelgeuse” è la stella più luminosa della Costellazione di Orione da cui proviene questa musica in cui si ergono a protagoniste le percussioni di Caruso e il basso magmiano su cui poggiano il sax, le chitarre e le tastiere.

I sax di Grice e di Andrea Facchini esplodono in “Lemuria” creando, insieme al resto, una visione musicale perfetta per descrivere questo luogo/tempo perduto dalla memoria e rappresentativo di popolazioni antiche e tecnologicamente avanzate.

 La seconda parte di cui sopra è aperta da “The gate of Orion”; qui, attraverso suoni evocativi e maestosi da cui emergono gli spunti vocali di Maurizio Poli e Roberto Gottardi, vengono descritti nuovi extraterrestri provenienti da Orione che accedono alla Terra passando da questo varco.

“Remembering Betelgeuse” è allietata dal flauto del genio compianto di Nik Turner (Hawkwind) che su percussioni delicate e spaziali ci trasmette il ricordo della musica proveniente dalla stella.

“The spiral” è un brano dinamico in cui emergono la voce della splendida Emanuela Vedana (Melting Clock) oltre che ancora flauto e sax di Martin Grice e il genio di Gottardi; in esso si racconta la lotta con lieto fine tra gli alieni malvagi che vogliono soggiogare l’uomo e quelli a favore della vita che desiderano elevarlo.

Il mitico David Jackson (Van Der Graaf Generator) è un altro ospite d’eccezione e offre il suo contributo al sax in “Universal union”, dove un’alternanza di suoni spaziali ed epici, arricchiti ancora dalla voce della Vedana, descrive questo uomo nuovo che torna alla sua dimensione primordiale.

La versione in cd, peraltro contenuta anche nel packaging di quella deluxe in vinile, presenta una bonus track, “L’alchimista”, che si muove sempre tra le varie “altre” dimensioni, ma non potrebbe essere altrimenti, essendo la cover, qui riarrangiata in versione strumentale, dell’omonimo brano (capolavoro!) dei Blue Oÿster Cult, già edita sul tributo “The dark side of the cult” prodotto dalla Black Widow Records e curato da Giancarlo Bolther nel 2022 (VV.AA. “The Dark Side Of The Cult – A Tribute To Blue Oyster Cult” (Black Widow Records, 2022) – BackInRock).

Runaway Totem… per chi vuole andare oltre.

Intergalactic Totem Arkestra

Roberto “Cahal” Gottardi – chitarre acustiche ed elettriche, chitarra synth, basso, synth, tastiere, voce, cori e percussioni

Simone Caruso – batteria e percussioni

Martin Grice – flauto, sassofoni

Sophya Baccini – voce e cori

Andrea Facchini – sassofoni

Maurizio Poli – Voce e cori

Nik Turner – flauto

Emanuela Vedana – voce

David Jackson – sassofoni