Recentemente, parlando del nuovo lavoro de Il Segno del Comando, avevo fatto un riferimento alla grande tradizione del rock progressivo ligure degli anni ‘70, ma non sono solo il gruppo di Diego Banchero e i Malombra di Mercy a meritarsi di rientrare nell’accostamento attraverso la loro accezione oscura, infatti anche il lato più romantico e sinfonico della musica rock colta è ben rappresentato dal Cerchio d’Oro, dai vari progetti presenti e passati di Fabio Zuffanti, dai Melting Clock e dagli Ancient Veil di cui parliamo ora.
La band è stata formata da Edmondo Romano e Alessandro Serri che furono anche fondatori e maggiori compositori degli Eris Pluvia, storica formazione dei primi anni ‘90.
Dopo alcuni dischi molto interessanti, il nuovo “Puer aeternus” si presenta come il loro lavoro più ambizioso e complesso.
In effetti si tratta di un concept in cui si rappresenta la metafora dell’uomo che attraverso la sua vita di eterno adolescente si trasforma e rinasce più volte, cercando sempre di migliorare il mondo, senza accorgersi che la sua ingenua sincerità è il grande limite che lo rende plasmabile; troverà il suo equilibrio solo quando riuscirà a capire che l’unica via percorribile per crescere e raggiungere la consapevolezza è la coesistenza con la natura.
L’ album ha uno sviluppo vicino a quello di un’opera rock, con tanto di personaggi rappresentati da vari superospiti, tra i quali spiccano Lino Vairetti (Osanna), Sophya Baccini, Roberto Tiranti e Toni Cicco (Formula Tre).
Ma gli “aiuti” esterni non si limitano solo alle voci, bensì anche dal punto di vista musicale la band è supportata da una sezione di fiati che si aggiungono al talento di Edmondo Romano (tra cui il mitico Martin Grice dei Delirium) e da un quartetto d’archi.
La base musicale è un progessive romantico e sinfonico, inevitabilmente influenzato da quello inglese che si muove su queste coordinate.
I protagonisti assoluti sono la storia e l’insieme musicale che in cui sono amalgamati alla grande la ricchezza della strumentazione e la varietà delle voci, con l’alternanza maschile/femminile e i momenti corali; su Edmondo Romano ho già detto, i fratelli Serri sono una certezza, ma un plauso anche alla sezione ritmica estremamente efficace.
L’elevato numero di pezzi mi ha spinto a esprimermi sull’interezza dell’opera, evitando il commento brano per brano, anche se una menzione particolare va fatta per “La miseria del mondo”, “La comprensione del tempo”, “Il secondo tradimento” e “La saggezza della natura”.
Un’opera così non poteva che essere corredata da una copertina all’altezza rappresentata dal dipinto “Puer aeternus” (2015) di Francesca Ghizzardi.
Infine, ricordo che il disco è dedicato alla memoria dell’immenso Vittorio De Scalzi.
Brani:
01 – L’eterno tempo
02 – Il distacco
03 – La caduta della terra
04 – La visione della parte mancante
05 – Nella stanza l’intera storia umana
06 – Il senso dell’insensato
07 – La miseria del mondo
08 – La comprensione del tempo
09 – Amore e potere
10 – L’ascesa di Hermes nel dio visibile
11 – Il terzo millenio
12 – La culla troppo stretta
13 – Il secondo tradimento
14 – Io e ombra
15 – Puer aeternus
16 – La reviviscenza
17 – La saggezza della natura
18 – La nuova aurora
Band:
Alessandro Serri – voce, chitarre, flauto, armonica
Edmondo Romano – flauti, sax, clarinetti, chalumeau e voce
Fabio Serri – piano, hammond, moog e voce
Massimo Palermo – basso
Marco Fuliano – batteria
Ospiti:
Martin Grice – sax
Francesco Travi – fagotto
Natalino Ricciardo – corno francese
Marco Gnecco – oboe
Roberto Piga – primo violino
Fabio Biale – secondo violino
Ilaria Bruzzone – viola
Kim Schiffo – violoncello
Personaggi e interpreti:
Simone Fasano – Natura
Alessandro Serri – Puer, Hermes e Kore
Lino Vairetti – Creatore
Elisa Marangon – Anima
Tony Cicco – Cantore
Roberto Tiranti – Crono
Fabio Serri – Mercurio
Sophya Baccini – Thot
Edmondo Romano, Alessandro Serri e Simona Fasano – Umanità in coro