Dei Damn Freaks vi abbiamo già parlato in occasione del secondo album “Love In Stereo” e del recente “III”, lodando sempre ogni sfumatura, dalla scrittura, all’aderenza stilistica alla produzione. Infatti la band toscana con intrusione veneta del chitarrista Alex de Rosso, è figlia dell’hard rock americano degli anni ’80 ed ogni energia e melodia corre in quella direzione.

Questa intervista lo ribadisce, ma esibisce anche la maturità e la lucidità di quattro musicisti che comprendono il tempo in cui si muovono, ma anche consapevoli che nulla scalfirà il loro amore per la musica rock!

Una nuova formazione richiede sempre un periodo di rodaggio. Voi come siete riusciti a trovare il giusto assetto?

(Matteo) Potrei risponderti con tre semplici parole “Feeling” “Passione” “Professionalità’. Quando ho contattato Alex per la prima volta, in quella telefonata, ho sentito subito tanto feeling fra di noi. Alex è stato molto chiaro fin dall’inizio ed io mi ci sono trovato subito benissimo. La prima volta che ci siamo incontrati di persona per definire la direzione del nostro progetto eravamo in veneto e l’ho portato ad una degustazione di vino in una cantina prestigiosa della zona del soave. Quel giorno abbiamo parlato per 90% di vino e cibo. Il restante 10% é stato più che sufficiente per decidere a riguardo del nostro progetto musicale. Ed ho capito che saremmo diventati ottimi amici. Anche con Giulio, che è arrivato dopo la stesura dei brani, sia io che Alex abbiamo subito capito la passione e la serietà che era in lui. Ha sposato il progetto subito a pieno. In circa tre mesi ha composto melodia e testi e registrato i dieci brani. Un vero professionista. Ovviamente anche con lui è nata una bellissima amicizia.

“III” in quanto tempo è nato? Come avete scritto i brani a distanza o di persona? È tutto materiale nuovo o ci sono idee che arrivano da lontano?

(Alex) Il materiale è totalmente nuovo. Ho pensato al sound che avrei voluto e poi scritto i brani. Abbiamo poi ovviamente lavorato a distanza anche con la preproduzione in quanto la band é dislocata tra Firenze, Padova e Milano.  Ogni settimana mandavo due brani a Matteo e lui me li rimandava completi di batteria. Ho seguito la produzione dalla A alla Z, favorendo il confronto continuo con tutte le persone coinvolte, specialmente nel songwriting. Alla fine abbiamo impiegato circa sei mesi a realizzarlo.

Damn Freaks: Matteo Panichi, Giulio Garghentini, Alex De Rosso, Claudio Rogai

Apprezzo tutto il disco, ma credo che “Walking In The Sand” e “My Time Has Gone” siano canzoni formidabili, che potrebbero stare in qualsiasi album di giganti del rock americano. In qualche modo non è frustrante non poter far raggiungere la vostra musica su livelli più alti?

(Giulio) Grazie mille Renzo, apprezzo molto la tua opinione sul disco. “My Time Has Gone” è il pezzo preferito di Alex e “Walking In The Sand” uno dei miei. Indubbiamente non posso dire che non sia frustrante, ma purtroppo il periodo storico in cui ci troviamo non è dei migliori per nessun artista. Rimane comunque il fatto che noi vediamo e continueremo a vedere la musica come sempre abbiamo fatto, ovvero una grandissima pura passione.

Siete usciti per Andromeda Relix, un’etichetta in giro da oltre due decenni, che si è sempre mossa bene, ma nell’underground. Non pensate che avreste potuto cogliere un’occasione più importante?

(Matteo): Forse, e non nego di essermi guardato intorno. Ma come diceva prima Giulio, in questo periodo storico è diventato tutto molto triste. Nessuna etichetta che io abbia contattato fa più niente per la semplice passione della musica. L’Andromeda di Gianni Della Cioppa è tutto l’opposto (Leggi bene boss, nda). Per quanto piccola, ha sempre dimostrato di fare il massimo. Lo aveva già dimostrato con l’abum precedente, ma anche con i Fools’ Moon, band che avevo con il cantante Jacopo Meille nel lontano 2007.

I nomi citati come influenze nelle vostre recensioni, sono certamente veritieri, ma vorrei chiedervi quelli che sono davvero i vostri gruppi preferiti. E oltre al rock ascoltato anche altri generi?

I generi che ci hanno influenzato sono indubbiamente quelli: Van Halen, Kiss, Bon Jovi, Dokken, White Lion, ma anche Thin Lizzy, Toto, Prince, Michael Jackson, George Michael.

Sicuramente è difficile uscire dal periodo ’70/’80

A che punto è, secondo voi, la storia del rock? Ad un punto fermo, in attesa che succeda qualcosa o altro?

(Claudio)  Mi auguro tanto che possa succedere qualcos’altro, me lo auguro più che altro per le nuove generazioni, ma devo ammettere di essere abbastanza pessimista al riguardo.

Suonare materiale proprio, quindi creare, è certamente una sensazione bellissima, ma fa perdere magia all’ascolto di altri dischi? In poche parole ascoltate la musica sempre con piacere o vi fermate alla tecnica al come “Io l’avrei fatto così, etc”?

Mai smettere di ascoltare musica, meglio se su un vinile dalla prima a l’ultima traccia, e andare ai concerti. Ovvio che al giorno d’oggi rimane più facile cercare musica del passato che magari ti eri perso che trovarne di nuova.

Come si esce vivi dagli anni Venti del rock?

Simply Keep Rocking!!!

Pagina Facebook della band: https://www.facebook.com/DamnFreaks