Dobbiamo metterci d’accordo: cosa ci si aspetta da un album in qualche modo catalogabile nel comparto metal prog? Solo tecnica? O anche le canzoni hanno una loro rilevanza? Se state con me e quindi con la seconda ipotesi, state sereni che ‘Between Us’, quinto album dei veterani Dark Ages, attivi discograficamente con continuità dal secondo lavoro ‘Teumman Part One’ del 2011, vi regalerà esattamente quello che state cercando. Quindi la tecnica necessaria a rimanere a galla in un’espressione artistica che necessità di abilità, ma anche quei ritmi e quelle melodie che vi troverete a cantare e a battere il piede.
È stato un viaggio lungo quello dei Dark Ages, un percorso sempre in crescendo, con un traguardo ben focalizzato: la canzone finita, ed infatti oggi, anche rispetto al passato recente, il quintetto veneto ci regala otto brani cesellati su strutture complesse ma agili, che si ascoltano con facilità ed avidità.
Tutti i musicisti appaiono cresciuti, anche grazie alle numerose apparizioni in concerto, ecco così ‘Pristine Eyes’ e ‘Showdown’ che aprono l’album in modo maestoso, non da meno ‘The Villain King’, ‘Beyond’ e ‘Our Lonely Shleter’, dove appaiono i rimandi ai maestri Dream Theater, ma si respira anche un’atmosfera vicina a Pain Of Salvation e Vanden Plas. Ottima la prova vocale di Roberto Roverselli in ‘The Great Escape’, mentre la sezione ritmica (Carlo Busato, batteria; , Gaetano celotti, basso) si concede la vetrina in ‘Riddle From The Stars’ con un gioco di tempi e controtempi. In ‘There is No End’, il brano che chiude l’album, con i suoi dodici minuti di durata, ci si poteva aspettare elucubrazione tecniche ed invece è il brano più melodico e nobile, che rievoca certe maestosità dei Kansas e dei Threshold, con la chitarra di Simone Calciolari che compie un lavoro straordinario, accompagnata dalle tastiere di Angela Busato, musicista che sembra defilata nelle dinamiche della band, ma che invece è fondamentale nel cucire le strutture armoniche.
Avvicinatevi senza remore a ‘Between Us’, i Dark Ages dimostrano che il metal prog ha ancora margini per emozionare, senza essere succube della tecnica, che pure tra questi solchi non manca. Applausi!!
Musiche dei Dark Ages, testi di Roberto Roverselli
Registrato (al Mago Studio di Avio – TN), mixato e masterizzato da Maurizio Fracchetti
Foto di Davide Ederle
Artwork di Angela Busato – Kraken Promotion