Ladies and gentlemen: The Black Angels!

Approcciare un nuovo album di questa fantastica band americana significa entrare in altre dimensioni, temporale e spaziale.

Temporale perché la loro psichedelia affonda le sue radici negli anni ‘60, primi ‘70; spaziale perché talmente liquida e sognante da vincere la forza di gravità e far fluttuare l’ascoltatore in universi paralleli.

L’album è piuttosto lungo, ma non ha alcun momento inutile o riempitivo.

Si sviluppa attraverso una prima parte dove prevale una componente garage che unita alla vena psichedelica di cui sopra ricorda che tra le loro influenze compaiono sicuramente Roky Erickson & The 13th Floor Elevators. In questo contesto emergono l’opener “Without a trace”, “El jardin” e la surreale “Firefly”.

Il nostro viaggio cosmico continua riducendo il voltaggio e accantonando la distorsione, per lasciare spazio ad atmosfere più folkeggianti, ma in cui resta sempre costante l’ingrediente lisergico, regalandoci gemme come “The river”, “Wilderness of mirrors”, “Here & now” e “100 flowers of paracusia”.

Nell’ultima parte l’elettricità torna a sostenere i brani, ma la componente psichedelica non poggia piú su riff distorti, ma si fa liquida e penetrante, facendo emergere pure le influenze del Krautrock, versante Neu, evidente soprattutto nelle ritmiche: eccellente le linee di basso di “Icon”.

Splendido anche l’uso di mellotron e organo che vanno a creare il tappeto (volante) ideale per questo viaggio. 

Come sempre, aleggia sul loro sound l’amore per i Velvet Underground, amore che emerge non solo dal nome che si sono scelti (dalla canzone “The Black Angel’s Death Song”), ma anche dal fatto i membri dei Velvet vengono tutti citati nel testo di “The river”, insieme a Syd Barrett, Arthur Lee & Love e il già citato Roky Erickson.

The band:

Stephanie Bailey – drums and percussion

Christian Bland – guitars, bass, vocals and mellotron

Jake Garcia – guitars, bass, vocals and mellotron

Alex Maas – vocals, bass, organs and mellotron

Ramiro Verdooren – guitars, bass, organs, mellotron and vocals

Produced by The Black Angels and Brett Orrison