I Dream Syndicate sono una band californiana formatasi nel 1981.

Sono stati tra i fondatori del movimento Paisley Underground, che identifica la scena musicale losangeliana volta al recupero della psichedelia classica unita ai suoni asciutti e sintetici del punk e del post punk.

Le loro influenze principali oscillano tra il punk cerebrale dei Television e la psichedelia di Velvet Underground e della West Coast, senza dimenticare Neil Young.

Siamo nel corso della loro seconda vita poiché si sciolsero verso la fine degli anni ‘80, per poi riformarsi nel 2012 per un tour e riprendere l’attività discografica nel 2017 riaprendo il discorso interrotto prematuramente.

Il mio approccio al nuovo “Ultraviolet battle hymns and true confession” è stato accompagnato da grandi aspettative che però sono rimaste un poco deluse.

Intendiamoci, l’album è costituito da una decina di brani caratterizzati da un livello qualitativo elevato e omogeneo senza che alcuni prevalgano nettamente sugli altri, ma dopo i tre capolavori post-reunion, “How did I find myself here?”, “These times” e “The universe inside”, mi sarei aspettato un seguito con gli stessi picchi dei precedenti, dove alle loro caratteristiche storiche di cui sopra si aggiungono suoni debitori di certo Krautrock, Neu su tutti, capaci di trascinare l’ascoltatore con impeto.

Nel nuovo si alternano ballate (“Damian”, “The chronicles of you” e la splendida “Hard to say goodbye”) a brani un poco più tirati (“Beyond control”, “Trying to get over”) il cui trait d’union è una psichedelia raffinata capace di avvolgere  e di condurre in una passeggiata onirica, dove emergono maggiormente Lou Reed solista (impressionante la somiglianza della voce del leader Steve Wynn in alcuni brani) e Bob Dylan, piuttosto che Velvet Underground, Television e Krautrock.

Il  brano che chiude l’album, “Straight lines”, è il più duro e il mio preferito.

Insomma, la definirei una svolta verso una direzione più cantautorale; resta da vedere se si tratta di un momento o di una strada intrapresa per il futuro.

Produced by The Dream Syndicate e John Agnello

Band:

Steve Wynn – guitar and lead vocals

Jason Victor – guitar and backing vocals

Mark Walton – bass and backing vocals

Dennis Duck – drums and backing vocals

Chris Cacavas – keyboards

Guest:

Marcus Tenney – sax and trumpet

Stephen McCarthy – backing vocals

Linda Pitmon – backing vocals

Alexandra Spalding – backing vocals