I Necrodeath si accingono a chiudere il sipario dopo una carriera pluridecennale contraddistinta da una costante: mai scendere a compromessi. Scopriamo insieme alla band i piani per il futuro e le prospettive circa il nuovo lavoro in uscita “Arimortis”, che sigilla un excursus musicale enciclopedico per il metal tricolore.
Se “Arimortis” fosse un film, quale sarebbe la trama e chi vorreste come regista?
FLEGIAS: Quando ho scritto quel brano in particolare, la mia mente viaggiava su epiche battaglie dell’antichità, ove a fine della ferocia della guerra i sopravvissuti, stanchi ed esausti, si prendevano il tempo per erigere altari in onore dei caduti. Ma ovviamente il tutto è riconducibile alla metafora della nostra carriera, con i nostri sbagli, i nostri successi e tutte le avventure vissute insieme. Dovendo fantasticare su un film, più che simboleggiare le antiche gesta di guerrieri, lo imposterei come la cruda realtà di un gruppo di adolescenti che negli anni ’80 sognano l’olimpo della musica e che arrivano alla soglia dei sessanta senza aver mai smesso di metterci la stessa passione. Il regista potrei benissimo essere io hahaha…
Quale traccia di “Arimortis” pensate che rappresenti meglio l’essenza dei Necrodeath e perché?
PESO: Direi proprio Storytellers of Lies. Mi rifaccio alle parole dell’articolo uscito su Metal Skunk e direi che questa citazione di Stefano Mazza calza a pennello: “Storytellers of Lies”è una bellissima canzone che inizia subito tirata e pesante, anzi è come sentire un breve manuale dello stile dei Necrodeath, che dimostra in poco più di tre minuti di cosa siano capaci: un riff agguerrito e impreziosito da un fraseggio di armonici da veri maestri del thrash, un ritornello da agitazione collettiva, poi c’è il classico rallentamento con arpeggio e, infine, si corre verso la conclusione.
Se poteste inviare un messaggio nel tempo ai Necrodeath del passato, cosa direste loro riguardo ad “Arimortis”?
FLEGIAS: Non arruolate Flegias! Sono sempre stato la loro spina nel fianco, ingestibile, sempre sbronzo, polemico e cagacazzo (ma si sa, uno così devi averlo in una band heavy metal).
Necrodeath 1984: inizia da Genova la storia di una grade band italiana!!
Qual è stato il momento più toccante per voi quando avete realizzato il nuovo album?
FLEGIAS: Ricordo il mattino dopo le registrazioni, avevo talmente un mal di testa dovuto dalle bottiglie di vino e limoncello scolate la sera prima che ascoltando il lavoro fatto, mi sono detto “wow! è fatta! E questa è l’ultima fatica, mi mancherà tutto questo casino”.
Ci sono delle tecniche o soluzioni inusuali che avete adottato in sede di registrazione?
PESO: Sì abbiamo sfruttato tecnologie avanzate e probabilmente futuristiche come togliere il click, levare ogni tipo di griglia ,lasciare le imprecisioni umane, ma soprattutto provare e riprovare i brani in sala prove per acquisire l’esecuzione definitiva prima di entrare in studio di registrazione. So che sembrerà alquanto bizzarro e inusuale utilizzare questo tipo di tecniche nel 2024, ma abbiamo voluto osare e andare oltre l’intelligenza artificiale.
Se doveste scegliere un luogo simbolico per eseguire “Arimortis” dal vivo per l’ultima volta, quale sarebbe e perché? E con quali band vorreste essere assieme in quel momento?
FLEGIAS: Beh, il luogo è in via di definizione e non posso ancora sbilanciarmi, ma speriamo di fare uno show speciale per salutare tutti per l’ultima volta in maniera decente. Le band che vorrei sul palco sarebbero tantissime, ma siamo una realtà underground e non possiamo fare tutto quello che abbiamo in mente.
Se doveste scegliere delle band (passate o del presente) che si sono ispirate alle vostre sonorità, chi indichereste come vostri migliori “eredi”?
FLEGIAS: Noi siamo figli della scuola Slayer, Venom, Celtic Frost. Non possiamo indicare nessun erede in quando siamo noi tutti eredi di un genere che hanno creato altri.
“Storytellers Of Lies” rappresenta un grido di protesta e punta il dito contro il marcio del music business. Quando l’avete scritta i riferimenti sono stati più legati al vostro vissuto o alla narrazione di eventi accaduti ad altre band che conoscete?
FLEGIAS: L’impulso è partito da nostre esperienze che ci volevano protagonisti di entourage a noi poco affini. Siamo sempre stati, nel bene e nel male, un gruppo indipendente e autogestito. Questa è la maledizione e la benedizione dei Necrodeath. Non ci siamo mai venduti e non abbiamo mai avuto un successo oltremisura. Ma questo è un aspetto che i fans più oltranzisti hanno sempre apprezzato. In realtà poi il testo l’ho creato parlando con giovani band che si lamentavano di come sono costretti ad esporsi economicamente con etichette o promoter per sognare una visibilità che non avranno mai.
Con l’avvicinarsi della chiusura del sipario per i Necrodeath quali sono i piani per l’avvenire di ciascuno di voi? Possiamo inoltre aspettarci future pubblicazioni diverse dalle studio release (magari riferite a bootleg o chicche del passato mai pubblicate)?
PESO: Direi che la festa è finita per tutti. Non voglio più nessuna ristampa, bootleg o altre leccornie che possano far gola a discografici di tutto il mondo del settore. Quello che trovate in giro di fisico è quello che c’è. Diventeranno delle rarità i pezzi in circolazione? Meglio! Ovviamente sto parlando dei titoli di cui noi siamo i proprietari. Purtroppo un’altra parte di titoli appartiene ai discografici e su questo non avremo nessun potere di controllo per quanto riguarda queste fastidiose ristampe che ormai vanno tanto di moda non certo per arricchire noi musicisti. Riguardo all’avvenire di ciascuno di noi c’è chi appenderà forse lo strumento al chiodo e c’è chi come me continuerà a suonare la batteria finché la salute lo sosterrà. Ho due progetti musicali (Hardlife e Beatzone) che porto avanti da tanti anni qui nella mia zona di Genova dove suono in maniera disimpegnata nei piccoli club della città e della riviera, ma non è detto che se mi verrà nostalgia di metal estremo, non metta in piedi una piccola band per fare ancora un po’ di casino black-thrash nel tempo libero e senza nessun obiettivo da raggiungere. Sempre che ce la faccia a pestare come si deve visto la mia veneranda età, ma questo avverrà solo se tutto il mondo metal underground con cui ho convissuto per 40 anni mi verrà a mancare, e a questo proposito ora come ora non saprei darti nessuna risposta.
Immagino che con la chiusura di questo ciclo e con “Arimortis” ci siano dei sassolini dalla scarpa che vi siete tolti. Al di là di “Storytellers Of Lies” quanto di questo tema avete portato nell’album?
FLEGIAS: In più di una occasione. Invito gli ascoltatori a leggere con attenzione i testi e mi rendo disponibile a riparlarne con te quando l’album sarà uscito.
La copertina di “Arimortis” , il disco dell’addioa lle scene, in uscita a gennaio 2025
Sebbene uno scioglimento da un lato possa provocare magoni sia ai fan che a voi, mi chiedo in questi quasi quarant’anni quali siano i ricordi più belli che avete della vostra avventura insieme.
PESO: La prima parte degli anni 80 è stata una scossa di entusiasmo totale e di incoscienza sotto tutti i punti di vista, ma ogni giorno era dedicato al sogno, quello di far diventare i Necrodeath una band di successo e girare il mondo suonando nelle migliori location. Qualcosa è andato storto e nessuno ha mai investito e creduto veramente in noi, ma qualche bella soddisfazione ce la siamo tolta dai… per i ricordi più belli visto che non sono così pochi vi rimando alla lettura del nostro libro autobiografico “The Shining Book”
Se doveste citare qualcuno che, pur non essendo musicista, ha avuto un ruolo determinante nella vostra carriera, chi indichereste?
PESO: Mio padre, il suo stile di vita, la sua determinazione e tutto ciò che mi ha insegnato sono stati fondamentali per farmi diventare quello che sono e per come ho gestito i Necrodeath per 40anni.. e anche oggi quando ho qualche dubbio, la prima cosa che mi viene da pensare è cosa mi direbbe lui se fosse ancora in vita. La risposta sarebbe senza dubbio quella giusta per farmi prendere la decisione esatta.
Come si articolerà il tour d’addio che chiuderà la vostra carriera? Saranno inoltre previsti eventi diversi dai concerti quali meet and greet o listening party per il nuovo lavoro?
PESO: Il tour d’addio in realtà’ sarà’ costituito in circa una ventina di date se andranno in porto come il nostro management sta pianificando, diluite nell’arco del 2025. Abbiamo tutti un attività lavorativa fissa che non ci permette più di prendere grandi impegni, per cui dedicheremo i saluti finali con relativi show nei week end che abbiamo liberi e naturalmente parteciperemo anche a qualche open air festival quest’estate! Nel frattempo i ragazzi di Modena dell’abyss booking ci hanno proposto un release party prima di salire su palco il 31 gennaio. E’ una cosa nuova anche per noi ma mi pare una bella idea, mentre il 22 gennaio al Dragun pub di Camogli, luogo di nostra frequentazione, ci berremo delle birre insieme ascoltando a tutto volume l’intero album e presentando il cd fisico insieme a vinile e cassetta.
Vi lascio uno spazio libero per un messaggio ai nostri lettori.
PESO: Il mio messaggio è un invito a supportare le nuove leve italiane! Noi quello che dovevamo fare senza mai accettare compromessi l’abbiamo fatto. Sappiate però che senza il supporto del pubblico italiano, faranno fatica ad emergere. Piantatela con questo esterofilia e cercate di supportare anche la musica underground che vive nei piccoli club a discapito del mainstream che costa sempre di più e attualmente ha raggiunto cifre da capogiro e che a mio avviso merita solo di essere ignorato. Per tutti coloro che volessero prenotare i NECRODEATH per l’ultima volta, scrivere a: merlinmusicmanagement@gmail.com