Debutto sulla lunga distanza per il bluesman Mckinley James dopo una serie di singoli ed ep che lo hanno fatto conoscere a livello internazionale; il chitarrista, partito dai fumosi locali di Nashville per raggiungere l’Europa, ha come compare il padre Jason Smay, batterista d’esperienza e già impegnato nel passato con artisti come Los Straitjackets e JD Mcpherson, formando un duo di dalla strumentazione essenziale per portare in giro un blues che guarda insistentemente e con innato talento al passato.

Il sound che fa capolino nelle undici tracce di “Working Class Blues” si rivolge agli amanti dei suoni tradizionali tra soul e Texas blues, è armonico e ondeggiante accompagnando per tutta la sua durata chi vuol viaggiare nelle  ambientazioni tipiche dell’America del Rock & Blues classico; i brani del disco sono quanto di più underground potrete trovare nel genere, con chitarra e batteria che si rendono protagoniste di un set sorretto da uno spirito live dal forte sentore garage rock, e non potrebbe essere altrimenti.

Il fatto che Mckinley James provenga dalla Grande Mela non inficia l’atmosfera calda e polverosa dei brani, che si nutrono di texas blues come l’opener “Movin”, la vivace “Leadin’ Me On” o il swing di “Say Goodbye”.

La produzione scarna agisce da macchina del tempo riportando talvolta a fine anni sessanta, mentre i due musicisti si crogiolano nella propia conoscenza del blues, ciascuno con le proprie caratteristiche.

“Working Class Blues” è un album consigliato a chi il blues lo mastica abitualmente e cerca novità al fuori dei soliti circuiti. Blues on!