Se escludiamo qualche postumo e un paio di pubblicazioni di transizione, questo è il primo vero album dal vivo dei Tygers Of Pan Tang e fotografa la band di Newcastle in un momento di forma assoluta con, a mio avviso, la line up più solida della sua storia.

Per solida non parlo solo di talento, ma di efficacia e di resa generale. E le sedici tracce di questo album ne sono la dimostrazione. Energia, validità del repertorio con una scaletta che rimbalza tra passato e presente, senza mai un minimo di cedimento. E se Robb Weir, il padrone di casa è la solita impeccabile macchina di riff, impossibile non rimanere colpiti da come i nuovi siano parte integrante del ruggito delle tigri: dal talentuoso chitarrista Francesco Marras, al bassista Huw Holding, perfettamente integrato negli schemi ritmici del batterista Craig Ellis, creando un vero motore inarrestabile. C’è poi Jacopo Meille, sciolto ed amichevole sul palco, che vista l’amicizia che ci lega mi risulta quasi imbarazzante descriverne il valore, la tenuta e la bellezza delle interpretazioni. Ed infatti la qualità maggiore è aver reso suoi, classici del gruppo, che mai avremmo immaginato non affidati ai titolari Jess Cox e Jon Deverill. Ma la cosa è talmente oggettiva che è incontestabile e basti ascoltare non solo una gigantesca “Euthanasia”, ma anche “Love Don’t Stay”, che considero la vera sorpresa dell’album, un pezzo bellissimo che arriva da “Crazy Night”, per confermare le mie parole.

Chi ha assistito ai recenti concerti italiani della band, garantisce che non ci sono trucchi né inganni, quello che ascoltiamo su questo disco è esattamente quello che la band propone sul palco: un pezzo di storia dell’heavy metal. Ma i Tygers Of Pan Tang (Leggi la recensione dell’ultimo album di studio “Bloodlines”, nda), hanno fatto un passo in più, continuare ad alimentare questa storia con dischi bellissimi, come dimostrano “Keeping Me Alive”, “Only the Brave”, “Destiny”, “Edge Of The World” e “Back For Good” (ma la lista è molto più ampia), che stanno perfettamente accanto a “Gangland”, “Paris By Air”, “Do It Good”, “Suzie Smiled” e “Hellbound”, per non dire della gemma metal pop “Love Potion No.9” bis finale di una scaletta che conferma la forza del loro repertorio.


Continuare a citare i Tygers Of Pan Tang solo come una leggenda della NWOBHM è veramente limitante, parliamo di una band con 45 anni di storia, che negli ultimi venti, pur rispettando il peso della sua storia, ha sempre cercato di andare avanti, con una qualità di scrittura sempre crescente.

E questo “Live Blood” è solo l’ennesima dimostrazione di quanto dico da tempo: le tigri di Pan Tang sono, con Judas Priest, Iron Maiden e Saxon, nel ristretto novero delle migliori e più importanti classic metal band inglesi di sempre!!

Tygers Of Pan Tang 2024: energia, classe e potenza!!