Un nuovo capolavoro emerge dal laboratorio creativo degli australiani Caligula’s Horse. Con il loro ultimo lavoro, “Charcoal Grace”, si avventurano in territori più tenebrosi rispetto al passato, elevando il loro spirito creativo e sperimentale a livelli mai raggiunti prima. Dopo l’acclamato “Rise Radiant” del 2020, ci deliziano con un’opera assolutamente straordinaria.
La pandemia ha messo alla prova anche la band, mettendo in stand-by tutti i loro progetti – nessun tour, nessuna possibilità di promuovere l’album precedente come pianificato. Ma invece di lasciarsi abbattere, hanno canalizzato tutte le loro energie in ciò che sanno fare meglio: creare musica eccezionale.
Perché sì, eccezionale è l’aggettivo che meglio descrive un lavoro così completo, che esplora tutte le possibili sfumature del concetto di prog metal (un concetto che, oserei dire, risulta quasi limitante) e che esprime al meglio il talento di questa formazione.
Hanno dimostrato coraggio e abilità nel delineare una vera e propria suite di quattro brani che sorprende per la sua capacità di trasportarmi in un viaggio musicale che raramente ho avuto l’opportunità di intraprendere. Non è un’opera di facile comprensione e richiede diversi ascolti per essere pienamente apprezzata, ma è un’esperienza che vale la pena vivere.
Vorrei sottolineare anche la produzione brillante, chirurgicamente pulita e avvolgente che ti trasporta in un fiume di note e di colori, dove la voce di Jim Grey si inserisce perfettamente nei muri setosi di chitarra e nelle profonde e mai invadenti note di basso, mentre una batteria precisa e impetuosa si fa strada in questo muro di sound pressure level mai eccessivamente pompato.
Non ho dubbi che gli appassionati del genere rimarranno a bocca aperta di fronte a questo disco, perché io sono rimasto incantato.
Voto 10/10