Negli abissi più reconditi della scena Rock/Metal internazionale vivono mostruose realtà che si avvicinano a noi e con un diabolico incantesimo ci imprigionano nei loro incubi più oscuri.

Dopo essere precipitati nel vuoto e lasciati a marcire in pozzi maleodoranti, veniamo infine travolti e straziati da quel male di cui mostruosità musicali come i The Death Spell sono portatrici.

Il Trio proveniente da Auckland esordisce con questo bellissimo, blasfemo e tremendo monolite sonoro auto intitolato, un granitico blocco di Rock’N’Roll che si nutre cannibalizzando Heavy Metal, Hard Rock, Doom, Stoner e Psichedelia, in un’orgia di suoni perfettamente bilanciati.

La band è composta da Ozan Turan (voce e chitarra), Alessandro Iraci (basso) e Owen Drew (batteria), demoni, sacerdoti e custodi di un sound cupo, tremendamente melodico, potentissimo e groove.

Non si esce mai dall’oscurità con cui si viene catapultati dal Rock dei The Death Spell, che prende spunto dagli anni settanta e viene martoriato senza pietà da iniezioni letali di Motorhead, Black Sabbath e Buffalo  avvicinadosi, a mio avviso, al sound dei texani Peth, usciti nel 2022 con l’altrettanto notevole “Merchant Of Death”, benché i tre musicisti neozelandesi si avvalgano di una cupezza e di un’oscurità fuori dal comune, grazie a dose massicce di putrescente Heavy/Doom.

Inutile scrivere che l’album va ascoltato senza soluzione di continuità; tutti i brani sono solo una discesa sempre più letale verso l’abisso infernale dove risiedono i The Death Spell.

Un album da non perdere assolutamente.