Settantotto anni ed una carriera di livello assoluto da oltre mezzo secolo, da quel 1967, anno di uscita del primo album dei leggendari Procol Harum, ma Robin Trower ha continuato il suo viaggio di una vita intera nel mondo del Rock e soprattutto del Blues con la Robin Trower Band e, da metà anni ottanta, con la sua infinita carriera solista che lo ha visto protagonista di quasi una ventina di lavori, compreso “Joyful Sky”, il nuovo splendido album.

Il chitarrista britannico ha collaborato con svariati cantanti nel corso della sua lunga carriera, ma mai con una donna: la scelta è caduta sulla cantante newyorkese Sari Schorr, una delle più quotate singer di genere, così che Trower è volato negli Stati Uniti da una delle regine del blues odierno e insieme hanno dato vita a queste dieci bellissime composizioni.

La Schorr si è messa in evidenza negli ultimi anni con due ottimi album in studio, ha suonato live con Popa Chubby e nel 2020 ha pubblicato “Live In Europe”, documento live del suo tour in Europa accompagnata da Walter Trout.

Aiutati da Chris Taggart alla batteria e Adrian Gautrey alle tastiere i due fuoriclasse danno forma alle emozioni, con performance vocali e chitarristiche di livello assoluto.

Sari Schorr e Robin Trower: nel rock conta l’attitudine non l’età!!

Il grande Bluesman britannico dà il via a questa quarantina di minuti di musica mettendo subito in mostra una classe innata e immutata nel tempo.

La sua sei corde è foriera di una valanga di note emozionanti che oltrepassa con disinvoltura l’oceano tra le sue origini British Blues di fine anni sessanta ed il più americano R&B, assecondato dall’interpretazione della Schorr, perfetta nel dare alle canzoni la giusta grinta, con la sua voce sanguigna, a tratti sporca, molto Rock.

Si passa quindi dal lento incedere dell’opener “Burn”, alla splendida “The Cirlcle Is Complete”, un R&B dall’andamento Funky in cui la Schoor da sfoggio di potenza e ottime doti interpretative.

Menzione particolare per “The Distance”, brano dove il Rock Blues prende il comando del sound in modo deciso e le atmosfere si fanno più vicine al mood di metà anni settanta.

“Joyful Sky” è dunque un lavoro pienamente riuscito che conferma l’intatta forma dello storico chitarrista e potrebbe diventare il definitivo trampolino di lancio della bravissima cantante statunitense.